La scia nauseabonda
Inviato: 19/03/2011, 19:31
La scia nauseabonda
Milano- Mumbai, Mumbai – Nagpur: 23 ore interminabili di viaggio aereo senza soste anche se potevo fermarmi una notte a Mumbai, ho preferito prendere la prima coincidenza per Nagpur in modo da guadagnare un giorno pieno nel parco di Khana dove sotto la protezione del governo, vivono ancora 65 esemplari di tigre.
Il parco dista quasi 350 km da Nagpur e il mio programma e’ di raggiungerlo alla guida della mia immancabile Bullit 500 corsa lunga in circa 9/10 ore di viaggio.
Poco prima dell’alba sono gia’ in sella in modo da sfruttare al massimo le ore piu’ fresche del giorno; la temperature ora e’ di 29 gradi ma nel giro di poco arrivera’ fino a 40/41 gradi.
Betta, in auto con la guida, partira’ 2 ore dopo dato che con la jeep il tragitto viene coperto in 6/7 ore, inoltre in caso mi capitasse qlc imprevisto, potra’ venire a soccorrermi.
Uscito da Nagpur, chiamata la citta’ delle arance (morissi se ne avessi vista una), il paesaggio si fa via via sempre piu’ brullo e selvaggio.
La strada non e’ male, ho visto di peggio e nn solo in India.
Ai lati della carreggiata ogni tanto scorgo dei branchi di cani randagi e qualche cinghiale nero che si fa largo tra le sterpaglie.
Il colore prevalente e’ il marrone bruciato, molti alberi sembrano morti e le piante sembrano agonizzare sotto un sole impietoso.
Dopo un paio d’ore mi rendo conto di essere gia’ cotto, ho gia’ centrato un paio di grosse buche che prima schivavo agevolmente, meglio che mi fermi appena possible prima di spatasciarmi per una disattenzione.
Finalmente, scorgo un baracchino sotto l’ombra di un grande albero e decido di accostare.
Una volta messa la moto sul cavalletto ecco saltare fuori dal baracchino che un attimo prima sembrava deserto, un nano con in testa un turbante turchese piu’ grande di lui.
Mi stropiccio gli occhi insabbiati ma le fattezze dell’uomo nn cambiano: un Espadrillas indiano col turbante azzurro.
Dopo un iniziale smarrimento, chiedo qlcs da bere.
Il nano mi guarda sospettosamente dal basso in alto poi apre
L’anta di un armadio sbilenco e tira fuori un grosso mestolo di metallo dal colore giallognolo che infila dentro un grosso bidone arrugginito versandone poi il contenuto pescato dentro mezza noce di cocco.
Questo e’ fuori- penso, se bevo quell’acqua sono fottuto, mi ritroveranno in un fosso mezzo spolpato dai cani selvatici.
Anch’io ho circa 2 litri d’acqua di riserva, ma li voglio tenere in caso di necessita’ eppoi adesso saranno caldi come un caffe’ appena tolto dal fuoco...
“ sorry sir, don’t you have a cold drink?”
Il volto del nano s’illumina, urla qlcs e dal retro della baracca spunta una donna enorme con una fila di denti superiori sporgenti e grossissimi, identici in tutto e per tutto a quelli che una volta si compravano in cartoleria per carnevale.
Possible che debba sempre incontrare io sti personaggi da circo? mi chiedo mentre il nano
mi passa una bottiglia di aranciata Mirinda, la piu’ buona aranciata industriale del mondo!!!
Altro che la Fanta che e’ dolciastra, la Mirinda ha un gusto secco ed e’ frizzantissima.
la bevo in un attimo e ne voglio subito avere un’altra.
“wow!!! might I have an other one?”
“ NO”
“ exscuse me?”
“NO”
Ma vaff....ulo nano del ca...o- penso- ma e’ meglio nn insistere, nn vorrei trovarmi dietro una porticina come quella poveraccia coi dentoni...meglio sloggiare al piu’ presto, il nano dev’essere pure uno psicopatico.
Pago e me ne vado il piu’ in fretta possible, il nano stava gia’ curiosando troppo intorno ai miei bagagli fissati col ragno sulla parte posteriore della moto.
sono le 9 di mattina ma mi sembra di essere in viaggio da giorni, nn so bene dove sia, la cartina nn mi aiuta piu’ di tanto perche’ le rare indicazioni che trovo sulla strada sono tutte scritte in indi (tipo il cirillico), dovrei aver percorso circa 100 km in 3 ore.
In testa mi sono avvolto una sciarpa di cotone che ogni tanto inumidisco, ma il caldo e’ terrificante, veramente insopportabile.
Attraverso alcuni villaggi, adesso c’e’ un po’ piu’ gente lungo la strada, questo mi da conforto.
Con la gola bruciata dalla polvere decido di fermarmi a bere un ‘altra Mirinda, anzi due, in sfregio al nano azzurro.
Non mi rendo conto quanto questo mi costera’ caro e nn solo a me!
Difatti ripreso il cammino e percorsi alcuni km, avverto uno strano movimento dentro il ventre seguito da fitte lancinanti ed un incontrollabile stimolo a evaquare.
In un attimo il mio culo si trasforma in una magnum di champagne agitate sul podio dopo un gran premio di F1.
SPROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOTTTTT mi sento la schiena e le gambe pervase da un calore liquido dilagante ed io e la mia Enfield ci trasformiamo in uno di quei vecchi biplani che spruzzano disinfettante sui campi, dai calzoncini coloniali e dalla camicia svolazzante fuoriesce una scia nauseabonda.
Sara’ colpa della super colazione a base di uova, bacon, frutta, toast e milk shake o della gasatissima formula della Mirinda, fatto sta che nn mi sarei mai immaginato che un essere umano potesse far uscire dal suo corpo cotanta roba e a tale velocita’.
Mi sento quasi svenire, decelero e accosto a lato della strada proprio mentre alle mie spalle sento delle urla agghiaccianti.
Mi giro e vedo a bordo di una vecchissima vespa 3 tipi completamente schizzati di m....a che gesticolando minacciosamente cercano di raggiungermi.
Grazie a Dio , nn ho ancora spento la moto
cosicche’ ingrano la prima e a manetta inserisco tra una sfollata e l’altra tutte le marce disponibili e anche di piu’.
Per un attimo il vespone, sfruttando l’abbrivio riesce quasi a raggiungermi e con la coda dell’occhio vedo che uno dei passeggeri tenta di aggrapparsi al ragno per bloccarmi.
D’istinto allargo la gamba dx e con il piede sferro un calcione contro lo scudo del vespone per allontanarlo poi mi sdraio sul serbatoio per prendere la velocita’ massima.
Non so che c...o sia successo ai tre, se son rimasti in piedi o se siano ruzzolati in un fosso, nn ho potuto accertarmene perche’ la mia moto nn ha gli specchietti, so solo che sicuramente nessuno abbia mai raggiunto i 105 km/h con una Enfield del 60 su una strada sterrata.
To be continued
Milano- Mumbai, Mumbai – Nagpur: 23 ore interminabili di viaggio aereo senza soste anche se potevo fermarmi una notte a Mumbai, ho preferito prendere la prima coincidenza per Nagpur in modo da guadagnare un giorno pieno nel parco di Khana dove sotto la protezione del governo, vivono ancora 65 esemplari di tigre.
Il parco dista quasi 350 km da Nagpur e il mio programma e’ di raggiungerlo alla guida della mia immancabile Bullit 500 corsa lunga in circa 9/10 ore di viaggio.
Poco prima dell’alba sono gia’ in sella in modo da sfruttare al massimo le ore piu’ fresche del giorno; la temperature ora e’ di 29 gradi ma nel giro di poco arrivera’ fino a 40/41 gradi.
Betta, in auto con la guida, partira’ 2 ore dopo dato che con la jeep il tragitto viene coperto in 6/7 ore, inoltre in caso mi capitasse qlc imprevisto, potra’ venire a soccorrermi.
Uscito da Nagpur, chiamata la citta’ delle arance (morissi se ne avessi vista una), il paesaggio si fa via via sempre piu’ brullo e selvaggio.
La strada non e’ male, ho visto di peggio e nn solo in India.
Ai lati della carreggiata ogni tanto scorgo dei branchi di cani randagi e qualche cinghiale nero che si fa largo tra le sterpaglie.
Il colore prevalente e’ il marrone bruciato, molti alberi sembrano morti e le piante sembrano agonizzare sotto un sole impietoso.
Dopo un paio d’ore mi rendo conto di essere gia’ cotto, ho gia’ centrato un paio di grosse buche che prima schivavo agevolmente, meglio che mi fermi appena possible prima di spatasciarmi per una disattenzione.
Finalmente, scorgo un baracchino sotto l’ombra di un grande albero e decido di accostare.
Una volta messa la moto sul cavalletto ecco saltare fuori dal baracchino che un attimo prima sembrava deserto, un nano con in testa un turbante turchese piu’ grande di lui.
Mi stropiccio gli occhi insabbiati ma le fattezze dell’uomo nn cambiano: un Espadrillas indiano col turbante azzurro.
Dopo un iniziale smarrimento, chiedo qlcs da bere.
Il nano mi guarda sospettosamente dal basso in alto poi apre
L’anta di un armadio sbilenco e tira fuori un grosso mestolo di metallo dal colore giallognolo che infila dentro un grosso bidone arrugginito versandone poi il contenuto pescato dentro mezza noce di cocco.
Questo e’ fuori- penso, se bevo quell’acqua sono fottuto, mi ritroveranno in un fosso mezzo spolpato dai cani selvatici.
Anch’io ho circa 2 litri d’acqua di riserva, ma li voglio tenere in caso di necessita’ eppoi adesso saranno caldi come un caffe’ appena tolto dal fuoco...
“ sorry sir, don’t you have a cold drink?”
Il volto del nano s’illumina, urla qlcs e dal retro della baracca spunta una donna enorme con una fila di denti superiori sporgenti e grossissimi, identici in tutto e per tutto a quelli che una volta si compravano in cartoleria per carnevale.
Possible che debba sempre incontrare io sti personaggi da circo? mi chiedo mentre il nano
mi passa una bottiglia di aranciata Mirinda, la piu’ buona aranciata industriale del mondo!!!
Altro che la Fanta che e’ dolciastra, la Mirinda ha un gusto secco ed e’ frizzantissima.
la bevo in un attimo e ne voglio subito avere un’altra.
“wow!!! might I have an other one?”
“ NO”
“ exscuse me?”
“NO”
Ma vaff....ulo nano del ca...o- penso- ma e’ meglio nn insistere, nn vorrei trovarmi dietro una porticina come quella poveraccia coi dentoni...meglio sloggiare al piu’ presto, il nano dev’essere pure uno psicopatico.
Pago e me ne vado il piu’ in fretta possible, il nano stava gia’ curiosando troppo intorno ai miei bagagli fissati col ragno sulla parte posteriore della moto.
sono le 9 di mattina ma mi sembra di essere in viaggio da giorni, nn so bene dove sia, la cartina nn mi aiuta piu’ di tanto perche’ le rare indicazioni che trovo sulla strada sono tutte scritte in indi (tipo il cirillico), dovrei aver percorso circa 100 km in 3 ore.
In testa mi sono avvolto una sciarpa di cotone che ogni tanto inumidisco, ma il caldo e’ terrificante, veramente insopportabile.
Attraverso alcuni villaggi, adesso c’e’ un po’ piu’ gente lungo la strada, questo mi da conforto.
Con la gola bruciata dalla polvere decido di fermarmi a bere un ‘altra Mirinda, anzi due, in sfregio al nano azzurro.
Non mi rendo conto quanto questo mi costera’ caro e nn solo a me!
Difatti ripreso il cammino e percorsi alcuni km, avverto uno strano movimento dentro il ventre seguito da fitte lancinanti ed un incontrollabile stimolo a evaquare.
In un attimo il mio culo si trasforma in una magnum di champagne agitate sul podio dopo un gran premio di F1.
SPROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOTTTTT mi sento la schiena e le gambe pervase da un calore liquido dilagante ed io e la mia Enfield ci trasformiamo in uno di quei vecchi biplani che spruzzano disinfettante sui campi, dai calzoncini coloniali e dalla camicia svolazzante fuoriesce una scia nauseabonda.
Sara’ colpa della super colazione a base di uova, bacon, frutta, toast e milk shake o della gasatissima formula della Mirinda, fatto sta che nn mi sarei mai immaginato che un essere umano potesse far uscire dal suo corpo cotanta roba e a tale velocita’.
Mi sento quasi svenire, decelero e accosto a lato della strada proprio mentre alle mie spalle sento delle urla agghiaccianti.
Mi giro e vedo a bordo di una vecchissima vespa 3 tipi completamente schizzati di m....a che gesticolando minacciosamente cercano di raggiungermi.
Grazie a Dio , nn ho ancora spento la moto
cosicche’ ingrano la prima e a manetta inserisco tra una sfollata e l’altra tutte le marce disponibili e anche di piu’.
Per un attimo il vespone, sfruttando l’abbrivio riesce quasi a raggiungermi e con la coda dell’occhio vedo che uno dei passeggeri tenta di aggrapparsi al ragno per bloccarmi.
D’istinto allargo la gamba dx e con il piede sferro un calcione contro lo scudo del vespone per allontanarlo poi mi sdraio sul serbatoio per prendere la velocita’ massima.
Non so che c...o sia successo ai tre, se son rimasti in piedi o se siano ruzzolati in un fosso, nn ho potuto accertarmene perche’ la mia moto nn ha gli specchietti, so solo che sicuramente nessuno abbia mai raggiunto i 105 km/h con una Enfield del 60 su una strada sterrata.
To be continued