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Carlo Martello Ritorna Dalla Battaglia Di Poitiers

Inviato: 14/04/2008, 19:25
da Flap
Il grande Poeta Genovese e tutta la sua ironia!!!


Fabrizio De Andrè
Carlo Martello Ritorna Dalla Battaglia Di Poitiers



Re Carlo tornava dalla guerra
lo accoglie la sua terra
cingendolo d'allor

al sol della calda primavera
lampeggia l'armatura
del sire vincitor

il sangue del principe del Moro
arrossano il ciniero
d'identico color

ma più che del corpo le ferite
da Carlo son sentite
le bramosie d'amor

"se ansia di gloria e sete d'onore
spegne la guerra al vincitore
non ti concede un momento per fare all'amore

chi poi impone alla sposa soave di castità
la cintura in me grave
in battaglia può correre il rischio di perder la chiave"

così si lamenta il Re cristiano
s'inchina intorno il grano
gli son corona i fior

lo specchi di chiara fontanella
riflette fiero in sella
dei Mori il vincitor

Quand'ecco nell'acqua si compone
mirabile visione
il simbolo d'amor

nel folto di lunghe trecce bionde
il seno si confonde
ignudo in pieno sol

"Mai non fu vista cosa più bella
mai io non colsi siffatta pulzella"
disse Re Carlo scendendo veloce di sella

"De' cavaliere non v'accostate
già d'altri è gaudio quel che cercate
ad altra più facile fonte la sete calmate"

Sorpreso da un dire sì deciso
sentendosi deriso
Re Carlo s'arrestò

ma più dell'onor potè il digiuno
fremente l'elmo bruno
il sire si levò

codesta era l'arma sua segreta
da Carlo spesso usata
in gran difficoltà

alla donna apparve un gran nasone
e un volto da caprone
ma era sua maestà

"Se voi non foste il mio sovrano"
Carlo si sfila il pesante spadone
"non celerei il disio di fuggirvi lontano,

ma poiché siete il mio signore"
Carlo si toglie l'intero gabbione
"debbo concedermi spoglia ad ogni pudore"

Cavaliere egli era assai valente
ed anche in quel frangente
d'onor si ricoprì

e giunto alla fin della tenzone
incerto sull'arcione
tentò di risalir

veloce lo arpiona la pulzella
repente la parcella
presenta al suo signor

"Beh proprio perché voi siete il sire
fan cinquemila lire
è un prezzo di favor"

"E' mai possibile o porco di un cane
che le avventure in codesto reame
debban risolversi tutte con grandi puttane,

anche sul prezzo c'è poi da ridire
ben mi ricordo che pria di partire
v'eran tariffe inferiori alle tremila lire"

Ciò detto agì da gran cialtrone
con balzo da leone
in sella si lanciò

frustando il cavallo come un ciuco
fra i glicini e il sambuco
il Re si dileguò

Re Carlo tornava dalla guerra
lo accoglie la sua terra
cingendolo d'allor

al sol della calda primavera
lampeggia l'armatura
del sire vincitor

Inviato: 14/04/2008, 20:04
da Farcino
Adoro de Andrè ma te non c'avevi niente di meglio da fare?????
:lol:

Fa

Inviato: 14/04/2008, 20:07
da Flap
A parte ascoltarlo dopo tanto tempo in auto oggi......un sacco di cose!!! :lol:
Sicuramente non tra i capolavori di De Andrè, ma esprime la sua vena ironica che in molte canzoni occhieggia tra le rime.

Inviato: 14/04/2008, 20:35
da hollyfox
:lol: Bellissima...i cantanti di oggi con le loro canzoncine prefabbricate non possono uguagliare la grandezza dei veri cantautori degli anni 60-70 GOOOD ! :lol:

Inviato: 14/04/2008, 23:13
da STEFANO71
=D> =D>

Inviato: 15/04/2008, 17:10
da pavo
al testo ha comunque contribuito paolo villaggio

Inviato: 15/04/2008, 18:14
da marj
hollyfox ha scritto::lol: Bellissima...i cantanti di oggi con le loro canzoncine prefabbricate non possono uguagliare la grandezza dei veri cantautori degli anni 60-70 GOOOD ! :lol:
.

..Fabrizio De Andrè non è un cantautore degli anni 60 e 70....è un poeta....vero....max respect...io adoro questa. contro le ipocrisie della religione.e della chiesa...un vero uomo libero..

IL TESTAMENTO DI TITO

.Non avrai altro Dio, all'infuori di me,
spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse, venute dall'est
dicevan che in fondo era uguale.
Credevano a un altro diverso da te,
e non mi hanno fatto del male.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.

Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:
ma forse era stanco, forse troppo occupato
e non ascoltò il mio dolore.
Ma forse era stanco, forse troppo lontano
davvero, lo nominai invano.

Onora il padre. Onora la madre
e onora anche il loro bastone,
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone:
quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.

Ricorda di santificare le feste.
Facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.

Il quinto dice "non devi rubare"
e forse io l'ho rispettato
vuotando in silenzio, le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio.

Non commettere atti che non siano puri
cioè non disperdere il seme.
Feconda una donna ogni volta che l'ami, così sarai uomo di fede:
poi la voglia svanisce ed il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore,
ma non ho creato dolore.

Il settimo dice "non ammazzare"
se del cielo vuoi essere degno.
guardatela oggi, questa legge di Dio,
tre volte inchiodata nel legno.
guardate la fine di quel nazareno,
e un ladro non muore di meno.
Guardate la fine di quel nazareno,
e un ladro non muore di meno.

Non dire falsa testimonianza
e aiutali a uccidere un uomo.
Lo sanno a memoria il diritto divino
e scordano sempre il perdono.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.

Non desiderare la roba degli altri,
non desiderarne la sposa.
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa:
nei letti degli altri, già caldi d'amore
non ho provato dolore.
L'invidia di ieri non è già finita:
stasera vi invidio la vita.

Ma adesso che viene la sera ed il buio
mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di là delle dune
a violentare altre notti:
io nel vedere quest'uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l'amore.

http://video.google.it/videoplay?docid= ... ex=1&hl=it

STUDIA !

Inviato: 15/04/2008, 20:44
da hollyfox
:lol: Studiaaaaa!!!!nessun poeta è cantautore senza musica, qualunque poeta che musica le proprie idee è un CANTAUTORE ! :lol:
http://www.musicalstore.it/cantautori/h ... autori.htm

Inviato: 15/04/2008, 20:52
da marj
...vabbe ..non c'è l'emoticon dell'ammazza pidocchi??? :lol: :lol: :lol:....

Inviato: 15/04/2008, 21:07
da MrNico
Questa la ricordo in maniera particolare insieme ai testi in genovese


DORMONO SULLA COLLINA

Dove se n'è andato Elmer
che di febbre si lasciò morire
Dov'è Herman bruciato in miniera.

Dove sono Bert e Tom
il primo ucciso in una rissa
e l'altro che uscì già morto di galera.

E cosa ne sarà di Charley
che cadde mentre lavorava
dal ponte volò e volò sulla strada.

Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.

Dove sono Ella e Kate
morte entrambe per errore
una di aborto, l'altra d'amore.

E Maggie uccisa in un bordello
dalle carezze di un animale
e Edith consumata da uno strano male.

E Lizzie che inseguì la vita
lontano, e dall'Inghilterra
fu riportata in questo palmo di terra.

Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.

Dove sono i generali
che si fregiarono nelle battaglie
con cimiteri di croci sul petto

dove i figli della guerra
partiti per un ideale
per una truffa, per un amore finito male

hanno rimandato a casa
le loro spoglie nelle barriere
legate strette perché sembrassero intere.

Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.

Dov'è Jones il suonatore
che fu sorpreso dai suoi novant'anni
e con la vita avrebbe ancora giocato.

Lui che offrì la faccia al vento
la gola al vino e mai un pensiero
non al denaro, non all'amore né al cielo.

Lui sì sembra di sentirlo
cianciare ancora delle porcate
mangiate in strada nelle ore sbagliate

sembra di sentirlo ancora
dire al mercante di liquore
"Tu che lo vendi cosa ti compri di migliore?"

Inviato: 15/04/2008, 21:12
da MrNico
Tipo questa davvero indimenticabile

CREUZA DE MÄ
(Mulattiera di mare/
stradina che delimita due proprietà )

Umbre de muri muri de mainé
dunde ne vegnì duve l'è ch'ané
Ombre di facce facce di marinai
da dove venite dov'è che andate

da 'n scitu duve a l'ûn-a a se mustra nûa
e a neutte a n'à puntou u cutellu ä gua
da un posto dove la luna si mostra nuda
e la notte ci ha puntato il coltello alla gola

e a muntä l'àse gh'é restou Diu
u Diàu l'é in çë e u s'è gh'è faetu u nìu
e a montare l'asino c'è rimasto Dio
il Diavolo è in cielo e ci si è fatto il nido

ne sciurtìmmu da u mä pe sciugà e osse da u Dria
e a funtan-a di cumbi 'nta cä de pria
usciamo dal mare per asciugare le ossa dell'Andrea
alla fontana dei colombi nella casa di pietra

E 'nt'a cä de pria chi ghe saià
int'à cä du Dria che u nu l'è mainà
E nella casa di pietra chi ci sarà
nella casa dell'Andrea che non è marinaio

gente de Lûgan facce da mandillä
qui che du luassu preferiscian l'ä
gente di Lugano facce da tagliaborse
quelli che della spigola preferiscono l'ala

figge de famiggia udù de bun
che ti peu ammiàle senza u gundun
ragazze di famiglia, odore di buono
che puoi guardarle senza preservativo

E a 'ste panse veue cose ghe daià
cose da beive, cose da mangiä
E a queste pance vuote cosa gli darà
cose da bere, cose da mangiare

frittûa de pigneu giancu de Purtufin
çervelle de bae 'nt'u meximu vin
frittura di pesciolini, bianco di Portofino
cervelli di agnello nello stesso vino

lasagne da fiddià ai quattru tucchi
paciûgu in aegruduse de lévre de cuppi
lasagne da tagliare ai quattro sughi
pasticcio in agrodolce di lepre di tegole (gatto)

E 'nt'a barca du vin ghe naveghiemu 'nsc'i scheuggi
emigranti du rìe cu'i cioi 'nt'i euggi
E nella barca del vino ci navigheremo sugli scogli
emigranti della risata con i chiodi negli occhi

finché u matin crescià da puéilu rechéugge
frè di ganeuffeni e dè figge
finché il mattino crescerà da poterlo raccogliere
fratello dei garofani e delle ragazze

bacan d'a corda marsa d'aegua e de sä
che a ne liga e a ne porta 'nte 'na creuza de mä
padrone della corda marcia d'acqua e di sale
che ci lega e ci porta in una mulattiera di mare