jOBS
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jOBS
JOBS è l'attesissimo film che racconta la storia di Steve Jobs, l'uomo che dopo aver abbandonato il college è divenuto uno degli imprenditori più venerati e creativi del 20esimo secolo. Proprio nel prossimo mese di Aprile 2013 saranno passati 37 anni dalla fondazione della Società Apple Computer. Come già annunciato, il film sarà presentato in anteprima domani, venerdì 25 gennaio, come film di chiusura al Sundance Film Festiva 2013.
Diretto da Joshua Michael Stern, scritto da Matthew Whitely, girato dal premio Oscar della fotografia Russell Carpenter e prodotto da Mark Hulme, Jobs è la storia vera del visionario che ha deciso di cambiare il mondo, e lo ha fatto. Il film racconta la vita di Steve Jobs, la trasformazione del personaggio e l'auto-scoperta della sua giovinezza, dai demoni personali che hanno oscurato la sua visione, e, infine, ai trionfi degli ultimi anni della sua vita. Jobs si immerge nelle profondità del personaggio di Steve Jobs, scoprendo le sue motivazioni, i suoi doni, i suoi difetti, i suoi fallimenti e i suoi successi.
I realizzatori si sono sforzati al massimo per poter dare autenticità assoluta al film. A questo proposito segnalo le riprese fatte presso lo storico garage a Los Altos che è servito come luogo di nascita di Apple Inc.
Qui potete vedere in anteprima il primo minuto del film.
http://insidemovies.ew.com/2013/01/24/s ... sive-clip/
Diretto da Joshua Michael Stern, scritto da Matthew Whitely, girato dal premio Oscar della fotografia Russell Carpenter e prodotto da Mark Hulme, Jobs è la storia vera del visionario che ha deciso di cambiare il mondo, e lo ha fatto. Il film racconta la vita di Steve Jobs, la trasformazione del personaggio e l'auto-scoperta della sua giovinezza, dai demoni personali che hanno oscurato la sua visione, e, infine, ai trionfi degli ultimi anni della sua vita. Jobs si immerge nelle profondità del personaggio di Steve Jobs, scoprendo le sue motivazioni, i suoi doni, i suoi difetti, i suoi fallimenti e i suoi successi.
I realizzatori si sono sforzati al massimo per poter dare autenticità assoluta al film. A questo proposito segnalo le riprese fatte presso lo storico garage a Los Altos che è servito come luogo di nascita di Apple Inc.
Qui potete vedere in anteprima il primo minuto del film.
http://insidemovies.ew.com/2013/01/24/s ... sive-clip/
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Re: jOBS
Riconosco "l'altro passo" di quest'uom, la qualità delle sue creazioni e quanto queste ti rnedano la vita migliore e anche più semplice. Non sopporto il mitismo, per cui non solitamente non dò troppo seguito alle cose molto "inflazionate" fra la gente pecora (come abbiamo visto con quel c...o di film di avatar o la Apple mania. Tuttavia, sono sicuro che sarà un bel film e andrò a vederlo!
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Re: jOBS
Una bella storia..
La vita di Jobs è sempre sembrata un film.. Forse ha avuto fortuna..O forse gli si sono incastrate tutte le caselle nel momento giusto. Audentes Fortuna iuvat
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Re: jOBS
anche i pirati di silicon valley rende molto consiglio vivamente di vederlo ....
http://www.youtube.com/watch?v=eeOuMWU2wvI
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Re: jOBS
Molto bello...SamuelVega ha scritto:anche i pirati di silicon valley rende molto consiglio vivamente di vederlo ....
http://www.youtube.com/watch?v=eeOuMWU2wvI
Anche fatto bene..
Talmente fatto bene che al Macworld 1999 Jobs fece entrare Noah Wyle vestito come lui fingendo di essere proprio Steve Jobs; dopo qualche minuto il vero Jobs salì sul palco, scherzando con Wyle su come avrebbe dovuto interpretarlo.
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Re: jOBS
Fortuna ??? forse !!!
Dono della natura ??? forse!!!
magari tutte e due insieme ma..............
http://www.youtube.com/watch?feature=pl ... 5gxv2vknLs
di sicuro non il............... caso !!!!
Dono della natura ??? forse!!!
magari tutte e due insieme ma..............
http://www.youtube.com/watch?feature=pl ... 5gxv2vknLs
di sicuro non il............... caso !!!!
Per quanto leggendo i miei post, qualcuno potrebbe vederci un tono incazzato o altro, vi assicuro che non è così, è semplicemente il mio pensiero e non per questo vangelo .
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Re: jOBS
cmq... quando ho letto il titolo del tread, ho pensato che fosse il seguito di quest'altro film famoso!!!
http://www.google.it/imgres?q=blow+film ... 0,s:0,i:82
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Re: jOBS
Non vorrei andare a vederlo perchè già so che ci starò male ma ci andrò lo stesso.
Scusate se vi racconto questa: dopo aver visto i Pirati, la mattina dopo sono uscito e ho trovato i soci finanziatori per un progetto che oggi è un'azienda; potrebbe sembrare stupido ma quel film mi ha dato la forza di credere che ogni posto nel mondo ha la sua Silicon Valley....sarà un caso? Forse per molti ma io quel caso l'ho concretizzato in un'azienda!!
Scusate se vi racconto questa: dopo aver visto i Pirati, la mattina dopo sono uscito e ho trovato i soci finanziatori per un progetto che oggi è un'azienda; potrebbe sembrare stupido ma quel film mi ha dato la forza di credere che ogni posto nel mondo ha la sua Silicon Valley....sarà un caso? Forse per molti ma io quel caso l'ho concretizzato in un'azienda!!
L'alba è lontana e la notte è nostra!!
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Re: jOBS
Divertente punto di vista su come sarebbe stata la Apple se Jobs e Woz fossero stati Italiani.
Steve Jobs è cresciuto a Mountain View, nella contea di Santa Clara, in California. Qui, con il suo amico Steve Wozniak, fonda la Apple Computer, il primo aprile del 1976. Per finanziarsi, Jobs vende il suo pulmino Volkswagen, e Wozniak la propria calcolatrice. La prima sede della nuova società fu il garage dei genitori: qui lavorarono al loro primo computer, l’Apple I. Ne vendono qualcuno, sulla carta, solo sulla base dell’idea, ai membri dell’Homebrew Computer Club. Con l’impegno d’acquisto, ottengono credito dai fornitori e assemblano i computer, che consegnano in tempo. Successivamente portano l’idea ad un industriale, Mike Markkula, che versa, senza garanzie, nelle casse della società la somma di 250.000 dollari, ottenendo in cambio un terzo di Apple. Con quei soldi Jobs e Wozniak lanciano il prodotto. Le vendite toccano il milione di dollari. Quattro anni dopo, la Apple si quota in Borsa.
Mettiamo che Steve Jobs sia nato in provincia di Napoli. Si chiama Stefano Lavori. Non va all’università, è uno smanettone. Ha un amico che si chiama Stefano Vozzini. Sono due appassionati di tecnologia, qualcuno li chiama ricchioni perchè stanno sempre insieme. I due hanno una idea. Un computer innovativo. Ma non hanno i soldi per comprare i pezzi e assemblarlo. Si mettono nel garage e pensano a come fare. Stefano Lavori dice: proviamo a venderli senza averli ancora prodotti. Con quegli ordini compriamo i pezzi.
Mettono un annuncio, attaccano i volantini, cercano acquirenti. Nessuno si fa vivo. Bussano alle imprese: “volete sperimentare un nuovo computer?”. Qualcuno è interessato: “portamelo, ti pago a novanta giorni”. “Veramente non ce l’abbiamo ancora, avremmo bisogno di un vostro ordine scritto”. Gli fanno un ordine su carta non intestata. Non si può mai sapere. Con quell’ordine, i due vanno a comprare i pezzi, voglio darli come garanzia per avere credito. I negozianti li buttano fuori. “Senza soldi non si cantano messe”. Che fare? Vendiamoci il motorino. Con quei soldi riescono ad assemblare il primo computer, fanno una sola consegna, guadagnano qualcosa. Ne fanno un altro. La cosa sembra andare.
Ma per decollare ci vuole un capitale maggiore. “Chiediamo un prestito”. Vanno in banca. “Mandatemi i vostri genitori, non facciamo credito a chi non ha niente”, gli dice il direttore della filiale. I due tornano nel garage. Come fare? Mentre ci pensano bussano alla porta. Sono i vigili urbani. “Ci hanno detto che qui state facendo un’attività commerciale. Possiamo vedere i documenti?”. “Che documenti? Stiamo solo sperimentando”. “Ci risulta che avete venduto dei computer”.
I vigili sono stati chiamati da un negozio che sta di fronte. I ragazzi non hanno documenti, il garage non è a norma, non c’è impianto elettrico salvavita, non ci sono bagni, l’attività non ha partita Iva. Il verbale è salato. Ma se tirano fuori qualche soldo di mazzetta, si appara tutto. Gli danno il primo guadagno e apparano.
Ma il giorno dopo arriva la Finanza. Devono apparare pure la Finanza. E poi l’ispettorato del Lavoro. E l’ufficio Igiene. Il gruzzolo iniziale è volato via. Se ne sono andati i primi guadagni. Intanto l’idea sta lì. I primi acquirenti chiamano entusiasti, il computer va alla grande. Bisogna farne altri, a qualunque costo. Ma dove prendere i soldi?
Ci sono i fondi europei, gli incentivi all’autoimpresa. C’è un commercialista a Napoli che sa fare benissimo queste pratiche. “State a posto, avete una idea bellissima. Sicuro possiamo avere un finanziamento a fondo perduto almeno di 100mila euro”. I due ragazzi pensano che è fatta. “Ma i soldi vi arrivano a rendicontazione, dovete prima sostenere le spese. Attrezzate il laboratorio, partire con le attività, e poi avrete i rimborsi. E comunque solo per fare la domanda dobbiamo aprire la partita Iva, registrare lo statuto dal notaio, aprire le posizioni previdenziali, aprire una pratica dal fiscalista, i libri contabili da vidimare, un conto corrente bancario, che a voi non aprono, lo dovete intestare a un vostro genitore. Mettetelo in società con voi. Poi qualcosa per la pratica, il mio onorario. E poi ci vuole qualcosa di soldi per oliare il meccanismo alla regione. C’è un amico a cui dobbiamo fare un regalo sennò il finanziamento ve lo scordate”. “Ma noi questi soldi non ce li abbiamo”. “Nemmeno qualcosa per la pratica? E dove vi avviate?”.
I due ragazzi decidono di chiedere aiuto ai genitori. Vendono l’altro motorino, una collezione di fumetti. Mettono insieme qualcosa. Fanno i documenti, hanno partita iva, posizione Inps, libri contabili, conto corrente bancario. Sono una società. Hanno costi fissi. Il commercialista da pagare. La sede sociale è nel garage, non è a norma, se arrivano di nuovo i vigili, o la finanza, o l’Inps, o l’ispettorato del lavoro, o l’ufficio tecnico del Comune, o i vigili sanitari, sono altri soldi. Evitano di mettere l’insegna fuori della porta per non dare nell’occhio. All’interno del garage lavorano duro: assemblano i computer con pezzi di fortuna, un po’ comprati usati un po’ a credito. Fanno dieci computer nuovi, riescono a venderli. La cosa sembra poter andare.
Ma un giorno bussano al garage. E’ la camorra. Sappiamo che state guadagnando, dovete fare un regalo ai ragazzi che stanno in galera. “Come sarebbe?”. “Pagate, è meglio per voi”.
Se pagano, finiscono i soldi e chiudono. Se non pagano, gli fanno saltare in aria il garage. Se vanno alla polizia e li denunciano, se ne devono solo andare perchè hanno finito di campare. Se non li denunciano e scoprono la cosa, vanno in galera pure loro.
Pagano. Ma non hanno più i soldi per continuare le attività. Il finanziamento dalla Regione non arriva, i libri contabili costano, bisogna versare l’Iva, pagare le tasse su quello che hanno venduto, il commercialista preme, i pezzi sono finiti, assemblare computer in questo modo diventa impossibile, il padre di Stefano Lavori lo prende da parte e gli dice “guagliò, libera questo garage, ci fittiamo i posti auto, che è meglio”.
I due ragazzi si guardano e decidono di chiudere il loro sogno nel cassetto. Diventano garagisti.
La Apple in provincia di Napoli non sarebbe nata, perchè saremo pure affamati e folli, ma se nasci nel posto sbagliato rimani con la fame e la pazzia, e niente più.
Steve Jobs è cresciuto a Mountain View, nella contea di Santa Clara, in California. Qui, con il suo amico Steve Wozniak, fonda la Apple Computer, il primo aprile del 1976. Per finanziarsi, Jobs vende il suo pulmino Volkswagen, e Wozniak la propria calcolatrice. La prima sede della nuova società fu il garage dei genitori: qui lavorarono al loro primo computer, l’Apple I. Ne vendono qualcuno, sulla carta, solo sulla base dell’idea, ai membri dell’Homebrew Computer Club. Con l’impegno d’acquisto, ottengono credito dai fornitori e assemblano i computer, che consegnano in tempo. Successivamente portano l’idea ad un industriale, Mike Markkula, che versa, senza garanzie, nelle casse della società la somma di 250.000 dollari, ottenendo in cambio un terzo di Apple. Con quei soldi Jobs e Wozniak lanciano il prodotto. Le vendite toccano il milione di dollari. Quattro anni dopo, la Apple si quota in Borsa.
Mettiamo che Steve Jobs sia nato in provincia di Napoli. Si chiama Stefano Lavori. Non va all’università, è uno smanettone. Ha un amico che si chiama Stefano Vozzini. Sono due appassionati di tecnologia, qualcuno li chiama ricchioni perchè stanno sempre insieme. I due hanno una idea. Un computer innovativo. Ma non hanno i soldi per comprare i pezzi e assemblarlo. Si mettono nel garage e pensano a come fare. Stefano Lavori dice: proviamo a venderli senza averli ancora prodotti. Con quegli ordini compriamo i pezzi.
Mettono un annuncio, attaccano i volantini, cercano acquirenti. Nessuno si fa vivo. Bussano alle imprese: “volete sperimentare un nuovo computer?”. Qualcuno è interessato: “portamelo, ti pago a novanta giorni”. “Veramente non ce l’abbiamo ancora, avremmo bisogno di un vostro ordine scritto”. Gli fanno un ordine su carta non intestata. Non si può mai sapere. Con quell’ordine, i due vanno a comprare i pezzi, voglio darli come garanzia per avere credito. I negozianti li buttano fuori. “Senza soldi non si cantano messe”. Che fare? Vendiamoci il motorino. Con quei soldi riescono ad assemblare il primo computer, fanno una sola consegna, guadagnano qualcosa. Ne fanno un altro. La cosa sembra andare.
Ma per decollare ci vuole un capitale maggiore. “Chiediamo un prestito”. Vanno in banca. “Mandatemi i vostri genitori, non facciamo credito a chi non ha niente”, gli dice il direttore della filiale. I due tornano nel garage. Come fare? Mentre ci pensano bussano alla porta. Sono i vigili urbani. “Ci hanno detto che qui state facendo un’attività commerciale. Possiamo vedere i documenti?”. “Che documenti? Stiamo solo sperimentando”. “Ci risulta che avete venduto dei computer”.
I vigili sono stati chiamati da un negozio che sta di fronte. I ragazzi non hanno documenti, il garage non è a norma, non c’è impianto elettrico salvavita, non ci sono bagni, l’attività non ha partita Iva. Il verbale è salato. Ma se tirano fuori qualche soldo di mazzetta, si appara tutto. Gli danno il primo guadagno e apparano.
Ma il giorno dopo arriva la Finanza. Devono apparare pure la Finanza. E poi l’ispettorato del Lavoro. E l’ufficio Igiene. Il gruzzolo iniziale è volato via. Se ne sono andati i primi guadagni. Intanto l’idea sta lì. I primi acquirenti chiamano entusiasti, il computer va alla grande. Bisogna farne altri, a qualunque costo. Ma dove prendere i soldi?
Ci sono i fondi europei, gli incentivi all’autoimpresa. C’è un commercialista a Napoli che sa fare benissimo queste pratiche. “State a posto, avete una idea bellissima. Sicuro possiamo avere un finanziamento a fondo perduto almeno di 100mila euro”. I due ragazzi pensano che è fatta. “Ma i soldi vi arrivano a rendicontazione, dovete prima sostenere le spese. Attrezzate il laboratorio, partire con le attività, e poi avrete i rimborsi. E comunque solo per fare la domanda dobbiamo aprire la partita Iva, registrare lo statuto dal notaio, aprire le posizioni previdenziali, aprire una pratica dal fiscalista, i libri contabili da vidimare, un conto corrente bancario, che a voi non aprono, lo dovete intestare a un vostro genitore. Mettetelo in società con voi. Poi qualcosa per la pratica, il mio onorario. E poi ci vuole qualcosa di soldi per oliare il meccanismo alla regione. C’è un amico a cui dobbiamo fare un regalo sennò il finanziamento ve lo scordate”. “Ma noi questi soldi non ce li abbiamo”. “Nemmeno qualcosa per la pratica? E dove vi avviate?”.
I due ragazzi decidono di chiedere aiuto ai genitori. Vendono l’altro motorino, una collezione di fumetti. Mettono insieme qualcosa. Fanno i documenti, hanno partita iva, posizione Inps, libri contabili, conto corrente bancario. Sono una società. Hanno costi fissi. Il commercialista da pagare. La sede sociale è nel garage, non è a norma, se arrivano di nuovo i vigili, o la finanza, o l’Inps, o l’ispettorato del lavoro, o l’ufficio tecnico del Comune, o i vigili sanitari, sono altri soldi. Evitano di mettere l’insegna fuori della porta per non dare nell’occhio. All’interno del garage lavorano duro: assemblano i computer con pezzi di fortuna, un po’ comprati usati un po’ a credito. Fanno dieci computer nuovi, riescono a venderli. La cosa sembra poter andare.
Ma un giorno bussano al garage. E’ la camorra. Sappiamo che state guadagnando, dovete fare un regalo ai ragazzi che stanno in galera. “Come sarebbe?”. “Pagate, è meglio per voi”.
Se pagano, finiscono i soldi e chiudono. Se non pagano, gli fanno saltare in aria il garage. Se vanno alla polizia e li denunciano, se ne devono solo andare perchè hanno finito di campare. Se non li denunciano e scoprono la cosa, vanno in galera pure loro.
Pagano. Ma non hanno più i soldi per continuare le attività. Il finanziamento dalla Regione non arriva, i libri contabili costano, bisogna versare l’Iva, pagare le tasse su quello che hanno venduto, il commercialista preme, i pezzi sono finiti, assemblare computer in questo modo diventa impossibile, il padre di Stefano Lavori lo prende da parte e gli dice “guagliò, libera questo garage, ci fittiamo i posti auto, che è meglio”.
I due ragazzi si guardano e decidono di chiudere il loro sogno nel cassetto. Diventano garagisti.
La Apple in provincia di Napoli non sarebbe nata, perchè saremo pure affamati e folli, ma se nasci nel posto sbagliato rimani con la fame e la pazzia, e niente più.
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Re: jOBS
sante parole, ma non sarebbe nata nemmeno a Milano, se Stefano Lavori non fosse stato il figlio di qualche riccone o politico.
Piccolo pensiero personale: era la fine degli anni 70 e si aprivano gli anni 80.... tutto era possibile.
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