Posizione del corpo in curva
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Posizione del corpo in curva
Penso che da umano motociclista , in pista e su strada siano due cose diverse ,anche se una serva all`altra per migliorarsi ci volgliano due modi diversi di ragionare e in questo caso per affrontare le curve
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bobo blaster ha scritto:il commento è che il vero motociclista non si cura di queste minkiate, va ebbasta.
se struscia struscia, se non struscia, non se ne fa un problema e non se le grattuggia in garage![]()
mi sembra che oggi l'importante sia far le penne al semaforo, raggiungere
i 250 sul rettilineo, avere le gomme coi riccioli e le saponette limate.
peccato che il 90% rimanga paracarro![]()




IO SONO PAZZO AHAHAHAHAHAHAH
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E va beh, ma lui............è Phil Read!!!!!bobo blaster ha scritto:quello che voleva dire chi ha scritto l'articolo è che spesso si estremizzano
le cose.
per esempio, questa curva si può fare con il culo fuori e il ginocchio a terra
oppure in maniera pulita come in foto.
la velocità di percorrenza, se fatta correttamente in entrambi i modi, sarà
la medesima.









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...l'inserimento:
Sgombriamo prima di tutto il campo da un equivoco: l'obiettivo della manovra non è inclinare la moto, ma quello di passare da una traiettoria rettilinea ad una curvilinea.
La moto è progettata per essere stabile durante una curva, cioè per mantenere (in teoria) una traiettoria curvilinea senza intervento del pilota. Questo è realizzato con opportune geometrie (ruote, gomme, avancorsa, caster et c.). Se prendete un modellino di motocicletta ve ne potete rendere conto facilmente: ad ogni angolo di sterzo corrisponde una traiettoria (ed una inclinazione) ben definita.
Questa geometria fa sì che si formi una forza (sulle gomme) normale alla traiettoria (verso l'interno), che accelera costantemente la moto nel verso desiderato, cioè verso l'INTERNO della curva.
Chiariamo anche una volta per tutte che spostare il corpo non ha alcuna influenza sull'inserimento o la percorrenza della curva, ma solo per compensare l'inclinazione che la moto deve assumere per compensare le forze di inerzia, che manterrebbero la moto in rettilineo (cioè che reagirebbero ad una variazione spingendo verso l'ESTERNO).
La moto però NON è progettata (per fortuna!) per assumere automaticamente l'assetto richiesto per curvare. Esiste naturalmente una manovra che spesso viene usata inconsciamente, e che spero di chiarire in questo articolo.
La manovra si compone di due parti in sequenza:
La prima consiste nel girare il manubrio nella direzione opposta alla curva, il noto "contro-sterzo".
Questa manovra, indipendentemente dalla inclinazione della moto, dalla posizione del baricentro, del pilota et c. et c., tende a inclinare la ruota anteriore (e quindi la moto) nel verso "giusto".
Per i più "tecnici" accenno che questo dipende dal comportamento giroscopico della ruota.
(Moltissimi piloti che usano costantemente questa tecnica in modo assolutamente istintivo sono convinti che serva per "allargare" prima di cominciare la curva!)
Questa manovra (e non lo spostamento del pilota!) sposta all'interno il baricentro totale, ma:
A) modifica la traiettoria solo in modo parziale, perché le ruote sono inclinate, ma la ruota anteriore è in effetti in derapata, cioè spinge verso l'esterno !
B) squilibra la moto che tenderebbe a cadere sotto la spinta della forza (di gravità) verso l'INTERNO.
(faccio notare che la maggior parte degli scooter viene guidato praticamente solo in questo modo, almeno per basse velocità)
Nella seconda parte della manovra il pilota deve riallineare la ruota anteriore sulla la traiettoria impostata (diciamo "contro-contro-sterzo"!), neutralizzando gli sforzi sul manubrio e, se richiesto dalla particolare geometria (in particolare della gomme: quelle moderne "fanno da sole"), spingendo nella direzione della curva.
Così facendo:
C) annulla la derapata, ottenendo un assetto coordinato
D) inserisce la moto nella traiettoria curvilinea, equilibrando istintivamente, con le forze di inerzia (di cui parlavamo sopra), lo sbilanciamento che si era venuto a creare.
Qualunque motociclista conosce istintivamente quella fase "liquida" che si viene a creare tra le due parti della manovra, e che tanta parte ha nel caratterizzare il comportamento di questa o quella moto.
Che poi spostando il corpo all'interno si diminuisca l'inclinazione della moto (fermo restando la posizione del baricentro) è "materia" dell'articolo "curva sostenuta", ma per favore non dite ai crossisti che per girare devono fare al contrario di come tranquillamente fanno tutti i giorni... le loro moto la fisica la sanno!
....naturalmente non è "farina del mio sacco"...
Sgombriamo prima di tutto il campo da un equivoco: l'obiettivo della manovra non è inclinare la moto, ma quello di passare da una traiettoria rettilinea ad una curvilinea.
La moto è progettata per essere stabile durante una curva, cioè per mantenere (in teoria) una traiettoria curvilinea senza intervento del pilota. Questo è realizzato con opportune geometrie (ruote, gomme, avancorsa, caster et c.). Se prendete un modellino di motocicletta ve ne potete rendere conto facilmente: ad ogni angolo di sterzo corrisponde una traiettoria (ed una inclinazione) ben definita.
Questa geometria fa sì che si formi una forza (sulle gomme) normale alla traiettoria (verso l'interno), che accelera costantemente la moto nel verso desiderato, cioè verso l'INTERNO della curva.
Chiariamo anche una volta per tutte che spostare il corpo non ha alcuna influenza sull'inserimento o la percorrenza della curva, ma solo per compensare l'inclinazione che la moto deve assumere per compensare le forze di inerzia, che manterrebbero la moto in rettilineo (cioè che reagirebbero ad una variazione spingendo verso l'ESTERNO).
La moto però NON è progettata (per fortuna!) per assumere automaticamente l'assetto richiesto per curvare. Esiste naturalmente una manovra che spesso viene usata inconsciamente, e che spero di chiarire in questo articolo.
La manovra si compone di due parti in sequenza:
La prima consiste nel girare il manubrio nella direzione opposta alla curva, il noto "contro-sterzo".
Questa manovra, indipendentemente dalla inclinazione della moto, dalla posizione del baricentro, del pilota et c. et c., tende a inclinare la ruota anteriore (e quindi la moto) nel verso "giusto".
Per i più "tecnici" accenno che questo dipende dal comportamento giroscopico della ruota.
(Moltissimi piloti che usano costantemente questa tecnica in modo assolutamente istintivo sono convinti che serva per "allargare" prima di cominciare la curva!)
Questa manovra (e non lo spostamento del pilota!) sposta all'interno il baricentro totale, ma:
A) modifica la traiettoria solo in modo parziale, perché le ruote sono inclinate, ma la ruota anteriore è in effetti in derapata, cioè spinge verso l'esterno !
B) squilibra la moto che tenderebbe a cadere sotto la spinta della forza (di gravità) verso l'INTERNO.
(faccio notare che la maggior parte degli scooter viene guidato praticamente solo in questo modo, almeno per basse velocità)
Nella seconda parte della manovra il pilota deve riallineare la ruota anteriore sulla la traiettoria impostata (diciamo "contro-contro-sterzo"!), neutralizzando gli sforzi sul manubrio e, se richiesto dalla particolare geometria (in particolare della gomme: quelle moderne "fanno da sole"), spingendo nella direzione della curva.
Così facendo:
C) annulla la derapata, ottenendo un assetto coordinato
D) inserisce la moto nella traiettoria curvilinea, equilibrando istintivamente, con le forze di inerzia (di cui parlavamo sopra), lo sbilanciamento che si era venuto a creare.
Qualunque motociclista conosce istintivamente quella fase "liquida" che si viene a creare tra le due parti della manovra, e che tanta parte ha nel caratterizzare il comportamento di questa o quella moto.
Che poi spostando il corpo all'interno si diminuisca l'inclinazione della moto (fermo restando la posizione del baricentro) è "materia" dell'articolo "curva sostenuta", ma per favore non dite ai crossisti che per girare devono fare al contrario di come tranquillamente fanno tutti i giorni... le loro moto la fisica la sanno!
....naturalmente non è "farina del mio sacco"...

L' urlo del motore e' come le parole di un uragano. E il mondo si spacca...
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è senz'altro più facile farlo che capirlo
io non guido esattamente come riportato dall'articolo, per me l'allargare per chiudere non è così redditizio in quanto ti fa perdere del tempo che potresti impiegare più profiquamente ritardando la staccata.
letto così, sembrerebbe la manovra che tutti i pivelli, specialmente in auto,
compiono prima di affrontare una qlsi curva: allargano esageratamente.
non serve a un chezzo, scompone l'assetto e fa perdere tempo.


io non guido esattamente come riportato dall'articolo, per me l'allargare per chiudere non è così redditizio in quanto ti fa perdere del tempo che potresti impiegare più profiquamente ritardando la staccata.
letto così, sembrerebbe la manovra che tutti i pivelli, specialmente in auto,
compiono prima di affrontare una qlsi curva: allargano esageratamente.
non serve a un chezzo, scompone l'assetto e fa perdere tempo.
..io invece in pista faccio traiettorie naif....e faccio le curve a una marcia meno di quello che si dovrebbe... preferisco seguire uno che va un po' più di me ...e mi aspetta!!!piuttosto che pensare ..farei solo del gran casino!!!
poi io son contenta anche solo quando esco e guardo le gomme con i ricciolini fino alla spalla!!!







PERCHE' MI DEVO MORDERE SEMPRE LA LINGUA?....NAAAA
Bel sunto della realtà motociclistica Italiana.bobo blaster ha scritto:il commento è che il vero motociclista non si cura di queste minkiate, va ebbasta.
se struscia struscia, se non struscia, non se ne fa un problema e non se le grattuggia in garage![]()
mi sembra che oggi l'importante sia far le penne al semaforo, raggiungere
i 250 sul rettilineo, avere le gomme coi riccioli e le saponette limate.
peccato che il 90% rimanga paracarro![]()

Per quanto mi riguarda io guido "alla W il Parroco" mettendoci qualcxhe preghiera quando è il caso!!!!!

