L'Uomo dei Circuiti

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Walter Sciacca, L'uomo dei circuiti - il personaggio

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di Luciano Lombardi

In pochi lo sanno, ma da oggi c’è un filo invisibile che dalla Sicilia sale verso nord, tocca i principali autodromi del Paese e si spinge fino a Londra, dove il business dei motori ha uno dei suoi epicentri mondiali. Si è fermato qui, per il momento, ma è già pronto per ripartire e a dipanarsi in altre venti destinazioni. Worldwide, come si dice in questi casi.

Suggestivo sì, ma la notizia dov’è? Sta tutta in quel filo e nel suo tessitore, Walter Sciacca, un italiano che da Palermo è salito sulla vetta del circus dei motori inventandosi il prodotto che non c’era, l’autodromo prêt-à-porter. A partire da una società unica nel suo genere, che si candida a diffondere la cultura degli sport motoristici come mai nessuno finora era riuscito a fare. Un’Ikea dei cordoli o una Apple delle gare in circuito, insomma.

Fuor di metafora, alla base di tutto ciò c’è una newco, la Motorsport Professional Advice (Mpa), appena costituita a Londra, e guidata in veste di Ceo dallo stesso Sciacca - manager di lungo corso nel settore nonostante la giovane età - già direttore dell’Autodromo di Imola e dell’omonimo gruppo leader in Italia nell’organizzazione di eventi motoristici.

BUSINESS INEDITO - La prima voce che si legge nella ragione sociale della neonata Ltd è appunto la “realizzazione di autodromi ex novo“. Circuiti chiavi in mano, in pratica.

Il pensiero va subito alla Spagna, dove le nuove strutture motoristiche nascono come funghi - nemmeno fossero centri commerciali - i costi di fruizione scendono e le attività sportive in circuito arrivano alla portata di tutti anziché soltanto di élite facoltose.

L’attenzione, fin da subito, sarà rivolta anche verso quei Paesi al di fuori dell’Europa - Russia, India, Cina Brasile, in primis - in cui la diffusione in grande crescita delle due ruote, la salute del quadro economico e la possibilità di costruire da zero un mercato può offrire stimoli e prospettive enormi.

Ma questo è soltanto il primo pezzo di una storia fatta di made in Italy da esportazione e della vita professionale del suo protagonista, che con i motori - e con le due ruote soprattutto - ci vive e ci lavora da sempre.

“La prima moto a sei anni - racconta Sciacca - ma il vero colpo di fulmine per il mondo dei motori arriva qualche mese dopo, quando mio padre mi mise da solo su un treno per raggiungere i miei fratelli a Cefalù dove passava una delle tappe più spettacolari della leggendaria Targa Florio“.

Erano i primi anni ‘80 e i vari Roberts, Lawson, Schwantz, Rainey, i nostri Lucchinelli e Unicini, si contendevano le vittorie del motomondiale in sella a indomabili bolidi giapponesi.

GLI ESORDI - Dalle parti del giovane Sciacca, la passione esplode e con l’ingresso nella maggiore età arrivano anche i primi contatti diretti con il mondo delle competizioni. A 18 anni esordisce nel campionato 125 Sport Production, vivaio di tutti i grandi piloti italiani.

Le gare, appunto. Si innesta proprio qui il secondo grande ramo del business dell’Mpa, quello che cioè ha a che fare con l’organizzazione di competizioni nazionali e internazionali. Quando chiediamo lumi su quelli che potrebbero essere gli sviluppi di questa porzione di attività del gruppo, Sciacca nicchia lasciando però intendere che le ambizioni sullo sfondo ci siano eccome. “Qualcuno, nell’ambiente, la considera già come l’erede naturale di Ecclestone o di Ezpeleta - gli chiediamo - o la immagina come un’inedita crasi tra i due”. Silenzio eloquente…

Gli anni ‘90 coincidono con la massima popolarità delle corse in moto nel nostro Paese. Ma propio mentre Cadalora, Biaggi, Capirossi, Rossi accendono i riflettori su questo sport, Sciacca - che alcuni di loro li aveva conosciuti da avversari nelle gare giovanili - deve dire addio alle corse in seguito a un gravissimo incidente in auto.

Ma non è abbastanza per liberarsi di quel dèmone che inevitabilmente si impossessa di chi entra in contatto con il mondo della pista e delle gare.

Con i soldi dell’assicurazione, Sciacca mette in piedi la sua prima società di organizzazione di eventi motoristici. La sede è all’interno dell’autodromo di Binetto.

Pur se relegata nel piccolo circuito pugliese, la realtà appena creata ha già spalle solide come quelle di chi la governa, divenuto ormai uno dei massimi esperti in materia di impianti motoristici d’Italia.

Non è quindi un caso che tra i progetti di Mpa ci sarà anche la realizzazione del primo atlante mondiale dei circuiti: un po’ annuario - con tutte le informazioni utili da sapere struttura per struttura - un po’ guida Michelin, con tanto di valutazioni “stellate” sull’impianto, sullo staff, sui servizi.

L’ERA DEL BOOM - Riavvolgiamo il nastro fino agli inizi del nuovo millennio, quando ormai la struttura di Sciacca è avviata. Le dimensioni crescono, il giro d’affari - in uno dei momenti di massimo splendore dello sport amatoriale a due e a quattro ruote - si impenna. Subentra così l’esigenza di spostare il baricentro più a nord, a Vallelunga, alle porte di Roma, il circuito più importante del Centro-Sud.

Nel 2006, il grande salto: nasce Sciacca Group, specializzata nell’organizzazione di eventi promozionali in pista per conto delle principali case di produzione motociclistica (World Ducati Week, Yamaha Fest, Honda Festival, solo per cirare i principali) e di pneumatici (i vari Pirelli, Metzeler, Michelin, Bridgestone e Dunlop Days), oltre che di un titolato trofeo monomarca e di varie scuole di pilotaggio.

“Sciacca” è ormai un brand che si sovrappone - in una riceproca spinta virtuosa - all’identità del suo ideatore. All’apice della sua popolarità, quel cognome arriva alle orecchie dell’autodromo di Imola. Dopo una serie di vicende, il tracciato che porta il nome di Enzo Ferrari e di suo figlio Dino si trova in una condizione di impasse e ha bisogno di una spinta decisa che gli permetta di ritrovare i fasti di un tempo, ormai appannati. C’è bisogno di un homo novus che prenda in mano la situazione e imprima una svolta.

La chiamata arriva a meno di un mese dal d-day del ritorno sul circuito del campionato Superbike. La situazione che Sciacca si ritrova in eredità è critica, tanti sono i problemi da risolvere. La mission è di quelle impossibili: azzerare tutto e predisporre un terreno tutto nuovo - in un lasso di tempo brevissimo - che permetta lo svolgimento di un evento fondamentale per il presente e il futuro della struttura.

Le cose andreanno per il meglio e la chiamata d’emergenza si trasformerà in un incarico di più ampio respiro finalizzato al pieno rilancio del circuito. Nella veste di amministratore delegato e direttore dell’autodromo, Sciacca centrerà l’obiettivo, permettendo alla struttura di reggersi sulle proprie gambe e raggiungendo traguardi inediti.

Tutto ciò durerà fino al dicembre dello scorso anno, con l’abbandono della carica e la ripresa del filo di cui si era detto in partenza.

Oggi, la nuova avventura e l’impegno a proseguire questa storia tutta italiana in tutti e cinque i continenti.

biker
Domenica 4 Marzo 2012


fonte : http://blog.panorama.it/economia/2012/0 ... rsonaggio/



complimenti all'uomo che ha saputo reinventarsi e che mira a tutto cio' !!!!
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kick 67
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Re: L'Uomo dei Circuiti

Messaggio da kick 67 »

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L' urlo del motore e' come le parole di un uragano. E il mondo si spacca...
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bicio
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Re: L'Uomo dei Circuiti

Messaggio da bicio »

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Re: L'Uomo dei Circuiti

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