RIO DE JANEIRO, Febbraio 1979
Massimo ed io sapevamo di dover fare in fretta a trovare una sistemazione che non fosse un hotel per poter immaginare seriamente di vivere a Rio a tempo indeterminato.
Avevamo appena lasciato una camera in affitto presso una famiglia borghese di neri che aveva una villetta in un quartiere residenziale della città.
Ricordo benissimo che il capo famiglia era un poliziotto perchè, nascosta nel suo frigo, tenevamo la coca per preservarla dall’umidità( lo so, lo so, ma eravamo dei ragazzini). Questa paradossale situazione, ci procurava però non poche paranoie di essere scoperti.
Nella villetta viveva anche la mamma anziana del poliziotto,la moglie e il figlio, nostro coetaneo studente universitario.
Una mattina, approfittando del fatto che a casa era rimasta solo la nonna rincoglionita, abbiamo chiamato un taxi e siamo scappati. Proprio così, scappati, eravamo esasperati da quella sistemazione che invece di essere provvisoria come ci era stato promesso,si stava protraendo da oltre due mesi e mezzo .
Il furbo poliziotto infatti, avrebbe già dovuto farci entrare in un appartamentino di sua proprietà come promesso fin dall'inizio che però, per un motivo o l’altro, non era mai disponibile. Così ci faceva pagare un’esagerazione per quella camera e noi c’eravamo rotti i coglioni di essere presi in giro .
Un ulteriore motivo che ci aveva spinto alla fuga, era che la famigliuola ogni settimana invitava della gente per fare, nel retro di casa, dei riti Vodoo che, se per un brasiliano poteva essere anche normale, a noi faceva una certa impressione .
Vi assicuro che sentire a notte fonda quelle strane nenie accompagnate dai tamburi non è piacevole. Ci venne pure il timore che una notte ci potessero sgozzare così come facevano con le loro galline durante quei riti da cannibali semicivilizzati del cazz0 .
Dopo la "bella", in attesa di una sistemazione definitiva e più economica, alloggiavamo in un piccolo hotel di Copacabana
.
Una mattina, mentre camminavamo preoccupati per strada intenti a discutere a voce alta sul da farsi , sentii una mano toccarmi sulla spalla.
Ci voltammo e ci trovammo di fronte una sorridente signora di mezza età .
-Scusate ragazzi, ho sentito i vostri discorsi, state per caso cercando un appartamento? ci disse in buon italiano -
-veramente sì,- risposi stupito- perché, lei avrebbe forse un appartamento da affittarci?-
-Sì, a poche centinaia di metri da qui, lo volete vedere?-
-Certo che sì….-
Seguendo la signora, Massimo ed io, ci interrogammo a lungo sui misteri della vita.
L’appartamento, era al 12 piano di un bel grattacielo appena dietro alla famosa spiaggia di Copacabana, con doppio ascensore e portiere in divisa all’ingresso!!
A Rio, il portierato nei palazzi borghesi di Copacabana o Ipanema, era pressochè d’obbligo per via della sicurezza.
L’appartamento completamente ammobiliato, era composto dal classico soggiorno con divano letto e tavolo da pranzo,un bagno, la cucina e una came
Disfatte le valigie ci fiondammo subito al supermercato a far la spesa.
Al ritorno iniziammo a stivare le cose che avevamo comprato.
Fu in quel momento che, dentro un armadietto della cucina, trovai un grande contenitore di vetro pieno di una polvere bianca.
Lo aprii e dopo averci pucciato un dito, l’assaggiai per cercare di capire che cosa potesse essere: non era zucchero, non era sale e ovviamente non era neppure cocaina.
-Massimo, secondo te che piripicchio® è sta cosa?-
-Boh- rispose dopo averla assaggiata .
-Vabbè- dissi con noncuranza- la butto nel cesso e poi ci mettiamo il sale grosso -
-Ok bobo, buona idea!-
Dopo una settimana di esagerazioni, la signora dell’appartamento ci telefonò chiedendo se poteva venire a trovarci.
Il pomeriggio seguente era già lì.
-Buongiorno signora-
-Buongiorno a voi ragazzi- rispose guardandosi in giro
.
Avevamo passato tutta la mattina a pulire ed eravamo sicuri del fatto nostro
.
-Siete proprio bravi, non speravo tanto- cinguettò sorridente guardandosi ancora più attentamente in giro e dirigendosi verso la cucina.
Mentre noi eravamo intenti a darci il cinque, un urlo straziante ci fece sobbalzare atterriti .
La signora in lacrime, era adesso davanti a noi con in mano il “famoso”contenitore di vetro .
-Quello che c’era dentro, dove l’avete messo?- chiese sconvolta con un filo di voce tremante
.
-Ehm…non so forse…penso che … mmmmmhh.... l’abbiamo buttato via signora, perché?- risposi balbettando .
-Erano le ceneri di mio marito -
La signora ci fece genuflettere e tutti insieme recitammo con lei un rosario mordendoci la lingua per non scoppiare a ridere .
Non ci buttò fuori come temevamo, ma rimanemmo in quell'appartamento quasi un anno, fu magnifica quella gentile signora.ra a 2 letti.
L’affitto mensile, equivalente a circa 200 dei ns attuali euro, era veramente buono per quella zona di Rio e accettammo immediatamente.
Il giorno dopo ci trasferimmo lì con tutti i bagagli.
-Mi raccomando- disse la signora prima di congedarsi- l’unica cosa che vi chiedo è di averne cura, mi siete subito sembrati dei bravi ragazzi quindi non deludetemi.-
-Scherza signora? Non si preoccupi ,lo terremo benissimo!!-
Non stavamo più nella pelle per la felicità, già ci immaginavamo i festini che avremmo organizzato con le stupende carioca che s’incontravano a mazzette sulle spiagge di Rio.
non si fa non si fa signor bobo
e chi la mastiga
cosa serviranno.... 