Posizione del corpo in curva
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Posizione del corpo in curva
Articolo preso in "prestito"... da Tingavert
siete d'accordo?
Prima importante considerazione: in moto vanno sempre evitati movimenti bruschi. Il nostro mezzo ha di sua natura un assetto stabile che sono proprio i nostri movimenti a scomporre: più rudi sono questi ultimi, più rischiamo reazioni indesiderate e pericolose. Dunque, per quanto possibile muoviamoci sempre fluidamente.
Tutti sappiamo che quando affrontiamo una curva dobbiamo portare il busto all’interno di questa, per spostare il baricentro della moto al fine di evitare che esca dalla traiettoria ottimale e invada la corsia opposta. Vi è però un’altra ragione altrettanto valida: limitare al massimo la necessità di piegare la moto stessa. Lo so bene, la piega è il momento di massimo godimento dell’attività motociclistica, ma cercarla a scapito della sicurezza è sciocco e pericoloso.
Quando guidiamo diritti, la superficie di contatto fra la gomma e l’asfalto ha le dimensioni grosso modo di un pacchetto di sigarette, e converrete con me che non è molto. Inclinando la moto questa superficie si riduce ancora, e di conseguenza aumentano i rischi connessi al controllo del mezzo. E’ chiaro dunque che, a parità di velocità di percorrenza della curva, più spostiamo dentro il corpo, meno abbiamo bisogno di inclinare la moto, maggiore è l’attrito (e il controllo) che esercitiamo sulla moto.
Quindi corpo all’interno della curva, cosa che otteniamo sporgendo il busto in avanti, stendendo il braccio esterno alla curva e piegando il braccio interno, con il gomito in alto, staccato dal corpo. La testa non deve essere in asse con il busto ma perpendicolare (per quanto possibile, naturalmente) all’asfalto, in modo che lo sguardo abbia una percezione corretta (e non inclinata) della strada. Come noto, la moto va dove va lo sguardo, per cui teniamo sempre quest’ultimo puntato sulla fine della curva, ma non dimentichiamo di tenere d’occhio anche l’asfalto, che può essere sporco e scivoloso, o irregolare.
Il ginocchio interno alla curva è preferibile che punti anch’esso verso l’asfalto, perché contribuisce a spostare il baricentro all’interno: otteniamo la cosa ruotando il piede e allargando la gamba, mentre la coscia della gamba esterna deve restare ben aderente al serbatoio.
Ed eccoci alla questione più dibattuta: il bacino deve restare sulla sella o bisogna portare una natica fuori (oltre è davvero esagerato comunque)?
Rispondiamo subito: il bacino deve restare sulla sella, perché i vantaggi sono superiori. L’unico vero motivo per cui spostare il bacino è contrastare ulteriormente la forza che porta la moto ad allargare la curva. Però è assai difficile (oltre che assolutamente sconsigliabile) che su strada ci troviamo ad affrontare una curva ad una velocità tale da essere costretti a sfruttare, come fanno i piloti in pista, ogni minima opportunità a disposizione per curvare il più velocemente possibile. In strada sappiamo bene che la prima regola è “teniamoci un margine di sicurezza”. E se dobbiamo all’improvviso rallentare e rientrare in sella per un qualsiasi problema (diciamo un ciclista che compare proprio dietro la curva salendo faticosamente, ad esempio) e drizzare la moto, sarà molto più veloce, facile e fluido spostare solo il busto usando le braccia (ed ecco perché il gomito interno va tenuto alto e staccato dal corpo) invece che dover anche premere sulle pedane, rialzarsi di scatto e riappoggiarsi sulla sella, creando per di più pericolosi scompensi sull’assetto proprio nel momento meno opportuno.
Inoltre anche in un susseguirsi di curve, spostare solo il busto è meno faticoso, più fluido e quindi alla lunga più sicuro.
Un’ultima annotazione: scordatevi di sfregare in terra le saponette, anche se siete sulla sella di una ipersportiva. Si tratta di un’abitudine pericolosa e sostanzialmente “scenica” ma (beninteso su strada) di utilità quasi nulla. Cercate di inclinare la moto rammentando sempre di mantenervi quel margine che può cambiare a seconda del conduttore e del mezzo, ma che può evitarvi attese più o meno lunghe al traumatologico (è permesso toccarsi).
In fondo, i piloti veri che corrono il Tourist Trophy, gara come noto su strade “normali” ma chiuse al traffico in occasione dell’evento, si presentano regolarmente all’arrivo con le saponette vergini, e di certo non abbiamo niente da insegnargli.
siete d'accordo?
Prima importante considerazione: in moto vanno sempre evitati movimenti bruschi. Il nostro mezzo ha di sua natura un assetto stabile che sono proprio i nostri movimenti a scomporre: più rudi sono questi ultimi, più rischiamo reazioni indesiderate e pericolose. Dunque, per quanto possibile muoviamoci sempre fluidamente.
Tutti sappiamo che quando affrontiamo una curva dobbiamo portare il busto all’interno di questa, per spostare il baricentro della moto al fine di evitare che esca dalla traiettoria ottimale e invada la corsia opposta. Vi è però un’altra ragione altrettanto valida: limitare al massimo la necessità di piegare la moto stessa. Lo so bene, la piega è il momento di massimo godimento dell’attività motociclistica, ma cercarla a scapito della sicurezza è sciocco e pericoloso.
Quando guidiamo diritti, la superficie di contatto fra la gomma e l’asfalto ha le dimensioni grosso modo di un pacchetto di sigarette, e converrete con me che non è molto. Inclinando la moto questa superficie si riduce ancora, e di conseguenza aumentano i rischi connessi al controllo del mezzo. E’ chiaro dunque che, a parità di velocità di percorrenza della curva, più spostiamo dentro il corpo, meno abbiamo bisogno di inclinare la moto, maggiore è l’attrito (e il controllo) che esercitiamo sulla moto.
Quindi corpo all’interno della curva, cosa che otteniamo sporgendo il busto in avanti, stendendo il braccio esterno alla curva e piegando il braccio interno, con il gomito in alto, staccato dal corpo. La testa non deve essere in asse con il busto ma perpendicolare (per quanto possibile, naturalmente) all’asfalto, in modo che lo sguardo abbia una percezione corretta (e non inclinata) della strada. Come noto, la moto va dove va lo sguardo, per cui teniamo sempre quest’ultimo puntato sulla fine della curva, ma non dimentichiamo di tenere d’occhio anche l’asfalto, che può essere sporco e scivoloso, o irregolare.
Il ginocchio interno alla curva è preferibile che punti anch’esso verso l’asfalto, perché contribuisce a spostare il baricentro all’interno: otteniamo la cosa ruotando il piede e allargando la gamba, mentre la coscia della gamba esterna deve restare ben aderente al serbatoio.
Ed eccoci alla questione più dibattuta: il bacino deve restare sulla sella o bisogna portare una natica fuori (oltre è davvero esagerato comunque)?
Rispondiamo subito: il bacino deve restare sulla sella, perché i vantaggi sono superiori. L’unico vero motivo per cui spostare il bacino è contrastare ulteriormente la forza che porta la moto ad allargare la curva. Però è assai difficile (oltre che assolutamente sconsigliabile) che su strada ci troviamo ad affrontare una curva ad una velocità tale da essere costretti a sfruttare, come fanno i piloti in pista, ogni minima opportunità a disposizione per curvare il più velocemente possibile. In strada sappiamo bene che la prima regola è “teniamoci un margine di sicurezza”. E se dobbiamo all’improvviso rallentare e rientrare in sella per un qualsiasi problema (diciamo un ciclista che compare proprio dietro la curva salendo faticosamente, ad esempio) e drizzare la moto, sarà molto più veloce, facile e fluido spostare solo il busto usando le braccia (ed ecco perché il gomito interno va tenuto alto e staccato dal corpo) invece che dover anche premere sulle pedane, rialzarsi di scatto e riappoggiarsi sulla sella, creando per di più pericolosi scompensi sull’assetto proprio nel momento meno opportuno.
Inoltre anche in un susseguirsi di curve, spostare solo il busto è meno faticoso, più fluido e quindi alla lunga più sicuro.
Un’ultima annotazione: scordatevi di sfregare in terra le saponette, anche se siete sulla sella di una ipersportiva. Si tratta di un’abitudine pericolosa e sostanzialmente “scenica” ma (beninteso su strada) di utilità quasi nulla. Cercate di inclinare la moto rammentando sempre di mantenervi quel margine che può cambiare a seconda del conduttore e del mezzo, ma che può evitarvi attese più o meno lunghe al traumatologico (è permesso toccarsi).
In fondo, i piloti veri che corrono il Tourist Trophy, gara come noto su strade “normali” ma chiuse al traffico in occasione dell’evento, si presentano regolarmente all’arrivo con le saponette vergini, e di certo non abbiamo niente da insegnargli.
ognuno ha il suo stile...ma cmq ci sono delle regole base che non sono legge, ma se usate bene portano benefici.
Per la posizione del corpo c'è una corrente di pesiero più che fondata che IN PISTA più riesci a sporgerti (nel limite della decenza) meno devi piegare la moto e quindi più forte fai la curva, quindi mezza chiappa fuori, busto piegato e girato verso la curva testa avanti.
diciamo....così alla Toni elias è troppo...
Stoner...esce parecchio...
Bayliss è bello composto
così come "il dottore" perfetto....
Per la posizione del corpo c'è una corrente di pesiero più che fondata che IN PISTA più riesci a sporgerti (nel limite della decenza) meno devi piegare la moto e quindi più forte fai la curva, quindi mezza chiappa fuori, busto piegato e girato verso la curva testa avanti.
diciamo....così alla Toni elias è troppo...
Stoner...esce parecchio...
Bayliss è bello composto
così come "il dottore" perfetto....