Moto reportage

Stacchiamo il limitatore. Qui si parla di tutto!

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Mr. Q
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Re: Moto reportage

Messaggio da Mr. Q »

bella bobo!!!! a presto!!!!! e complimenti per il giro!!!
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gùaz
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Re: Moto reportage

Messaggio da gùaz »

vai bobo!!!
bevi una miranda che ti passa tutto!!! 8)
C’è chi si gode la vita, chi la subisce, chi la soffre, il Nasty Donkey la combatte.
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bobo blaster
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Re: Moto reportage

Messaggio da bobo blaster »

ho avuto giornate d'inferno, in posti dove di internet nn gliene frega gniente a nessuno.
ma che bbbuono il montone con le pere :geek
vabbe' anche stanotte ho avuto gl'incubi, sicuramente sono dovuti alle spezie, ma torniamo al viaggio :roll:


La giornata del Maiale.


Quarto giorno di viaggio.

La stanchezza inizia a farsi sentire, negli ultimi 3 giorni, ho percorso piu' di 600 km ad una media di circa 35 km/h, bisogna pero' tenere conto delle innumerevoli soste dovute al caldo, ai rifornimenti, alla secchezza delle fauci, ai crampi alle gambe ed alle braccia.
insomma non e' l'autostrada dei fiori.
mi mancherebbero ancora due giorni per raggiungere la localita' di Arpora in Goa, meta finale del mio viaggio, ma ho deciso che saltero' una tappa intermedia, ho troppa voglia di tuffarmi nel Arabian Sea e cazzeggiare sotto una palma a godermi la brezza del oceano indiano e per farlo sono disposto a percorrere quasi il doppio dei kilometri in un solo giorno, piuttosto che farne due sotto un sole che scioglie l'asfalto.
La tappa che mi accingo a fare oggi e' Pune- Kolhapur, 365 km di strada discreta come mi hanno detto alla concierge dell'albergo.
In effetti, le prime 2 ore di strada sono praticamente dritte e monotone e l'asfalto e' molto sconnesso.
certo, i monsoni ogni anno distruggono queste strade ed infatti ovunque ci sono dei lavori in corso, senza pero' una segnaletica adeguata, mettendo quasi sempre solo dei pietroni in mezzo alla strada e questo, se nn si e' particolarmente attenti, puo' essere pericoloso.
Questa attidune singolare, retaggio culturale di questa gente si evidenzia anche quando si deve segnalare un veicolo fermo in mezzo alla carreggiata, sia esso un autotreno o un motorino.
eppure, quasi tutti i camion o le corriere, espongono il triangolo appeso sotto il radiatore o sul retro del automezzo.
dopo una sosta per sgranchirmi le gambe e fumare una sigaretta, ne approfitto per comprare quattro litri di benzina in 2 bottiglie d'acqua da 2 litri e rabbocco il serbatoio rovente sotto il sole di mezzogiorno, meno male che ai lati ci sono due grosse gomme poggia ginocchia.
dopo i primi giorni dove faticavo non poco ad accendere la Enfield specialmente la mattina a freddo, adesso con la procedura che mi hanno insegnato, mi parte al 3>4 colpo di pedivella.
quando invece il motore e' ancora caldo, mi parte al primo colpo.
e sono soddisfazioni.
faccio a tempo a percorrere qualche decina di kilometri che il paesaggio cambia totalmente, adesso e' piu' verde, sto scendendo a sud.
percorro strade ai cui lati ci sono lunghissime file di bajani, degli alberi enormi e pieni di liane i cui rami, congiungendosi da un lato all'altro della strada la rendono ombreggiata e fresca, il tutto rende questo tratto di strada molto suggestivo, tanto che mi fermo a scattare qualche foto a questi alberi maestosi.
all'orizzonte sgorgo delle montagne piatte che ricordano alcuni paesaggi dell'arizona.
dopo circa una mezz'ora le raggiungo mentre la strada incomincia a salire e disegnare curve e controcurve a vista e bellissime con quasi sempre un raggio morbido che ti invita a giocherellare con la moto.
anche il clima e' completamente cambiato, dai 39/40 gradi della pianura adesso stimo ce ne siano almeno 7/8 meno, la guida e' piacevolissima, nn mi accorgo nemmeno che per attraversare le montagne ho impiegato quasi due ore, anche il motore della Bullit girava meglio, si sentiva nettamente che aveva guadagnato in prontezza ed in allungo.
alla fine dell'ultimo e lunghissimo discesone, mi trovo davanti ad una pianura verdissima e piacevole con tanti alberi che ombreggiano la strada.
decido di farmi una sosta e bere dal thermos che mi son comprato a Pune e che mi mantiene l'acqua decentemente fresca.
mi fermo sotto una acacia enorme e metto la moto sul cavalletto e mi guardo intorno per vedere se c'e' qualcosa da fotografare e mi accorgo che ad un centinaio di metri alle mie spalle si sono radunati una dozzina o forse piu' di cani randagi che stanno mangiando un grosso maiale morto.
in india c'e' solo un tipo di cane autoctono, e' simile ad un piccolo terrier forse un po piu' massiccio e a pelo corto, diciamo di stazza media, di solito sono marroni ma ce ne sono pure di pezzati bianchi.
sono magrissimi ma belli tozzi, durante tutti questi anni nn mi hanno mai dato fastidio, ma tra di loro sono ferocissimi, li ho visti azzuffarsi e nn e' rassicurante, incominciano a far vedere i denti e a batterli tenendo serrate le mascelle tipo le iene.
penso che nn devo perdermi la scena e quando faccio per aprire lo zaino e prendere la nikon con lo zoom da 300mm, noto che i cani hanno smesso di mangiare
e mi fissano.
il mio sesto senso mi dice che quel atteggiamento nn promette nulla di buono e mentre decido di desistere dal fare la foto, uno dei cani, probabilmente il capo branco, si stacca dal gruppo e, a testa bassa e passo breve, viene verso la mia direzione seguito a ruota da tutto il gruppo.
porca ******.
so che devo stare calmo, nn devo fare movimenti bruschi ne fissarli, come se nn mi curassi di loro.
ho il cuore in gola.
i cani sono ancora abbastanza lontani e non si avvicinano correndo, ringrazio dio che le chiavi sono inserite nel cruscotto.
dio, fa che la Enfield parta al primo colpo.
mentre salgo in moto mi guardo dietro, i maledetti hanno iniziato a trotterellare saltellando tra gli ultimi 50 metri di cespuglietti secchi che ci separano.
giro la chiavetta posta sopra il vecchio faro nero e cromato.
la lancetta del piccolo strumento rotondo che segnala la capacita' di corrente in grado di far scattare la scintilla nel cilindro, deve trovarsi esattamente al centro
dei 2 riferimenti di scala con il + e il - e per far si che cio' avvenga, bisogna prima tirare una leva posta sotto la leva della frizione.
ma non basta, perche' quando con il piede destro fai forza sulla pedivella d'accensione, lo devi fare pianissimo al fine di sentire gli ingranaggi arrivare al punto morto.
ma non basta.
i cani adesso sono vicinissimi, nono li vedo ma li sento.
ho il cuore a mille e anche la testa ho la sensazione che inizi a mancare.
gia', non basta perche' dopo che hai trovato il punto morto, devi far risalire la pedivella di un mezzo giro, solo mezzo giro perche' uno e' troppo e la moto non parte.
tiro la leva, la lancetta si pone al centro dello strumento, faccio pressione sulla pedivella, trovo il punto morto mentre vedo con la coda dell'occhio i primi cani
sopraggiungere ringhiando.
lascio salire la pedivella di mezzo giro e non tocco il gas come mi hanno insegnato.

WRON...WRON...WRON... il corsa lunga della Bullit pare non avere nessuna fretta mentre dolcemente apro il gas per assecondare l'allungo del motore
WRON WROON WROOON WROOOON WROOOOONNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNN
BAU... BAU.....GRRRRRRR.......GRRRRRRRR.....BAU.......GRRRRRRRRRRRRRRRRR

mi volto, i cani si sono fermati quasi subito, appena hanno visto che me ne stavo andando, li vedo trotterellare nuovamente verso il maiale azzuffandosi per avere il posto migliore.
penso proprio che quando raggiungero' Kolhapur, mi faro' una doppia Miranda con ghiaccio e soda.
magari con 20 gocce di Valium.

un abbraccio
nudo
e crudo

vacca boia che giornata.
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kick 67
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Re: Moto reportage

Messaggio da kick 67 »

:eek: ............ =D> =D>
L' urlo del motore e' come le parole di un uragano. E il mondo si spacca...
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Tyler
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Re: Moto reportage

Messaggio da Tyler »

A quest'ora leggere tutto il post non era facile,ma ne valeva la pena,bella Bobo!!!
Quanto sai di te stesso se non ti sei mai battuto?


http://it.youtube.com/watch?v=67qTLkJXJoo
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marj
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Re: Moto reportage

Messaggio da marj »

..Usti!!!! :eek: ..minkia per poco non mi diventavi l'Eukanuba!!!! :eek:

Abbraccione BiBi. Torna presto possimilmente tutto intero.... :wink: :lol:
PERCHE' MI DEVO MORDERE SEMPRE LA LINGUA?....NAAAA
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gùaz
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Re: Moto reportage

Messaggio da gùaz »

bobo l'hai scampata bella, un bel paio di miranda te le meriti tutte! Bevitele alla russa!
Vai bobo.
C’è chi si gode la vita, chi la subisce, chi la soffre, il Nasty Donkey la combatte.
B.B.
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Re: Moto reportage

Messaggio da bobo blaster »

KOLHAPUR - ARPORA GOA


Non è ancora l'alba ma ho già fatto colazione nel piccolo e modesto ma pulitissimo alberghetto di Kolhapur, piccola cittatidina del XIX secolo nel centro della quale c'è un bel palazzo abbandonato appartenuto al maràja Shivati.
ieri notte prima di coricarmi ho fatto un 2 passi nel quartiere vecchio e ho scorto un piccolo tempio dedicato ad Anuman, il dio che ho scelto come se fosse il mio Padre Pio (in india potete farlo) già 10 anni fa.
Betta, che è il mio guro culturale per ciò che riguarda l'induismo e le sue divinità che sono millemila, mi svelò che potevo scegliarmi un dio protettore e mi fece vedere il catalogo spiegandomi le varie caratteristiche e gesta di questi dei indu e tra
i moltissimi personaggi pittoreschi con 5 braccia o la testa da elefante, oppure mezzo corpo da pinna gialla e il resto da capretto che non mi ispiravano per niente, trovai Anuman, un fiero guerriero scimmia che sfidò i demoni per conto di Rama al quale avevano rapito la bellissima moglie e portata a Shri Lanka che vuol dire appunto, L'isola dei demoni.
azz...ganzo pensai, così diventò il mio dio e ogni volta che vedo qualcosa dedicato a lui, mi fermo e faccio una piccola offerta.
son sikurissimo che è stato Lui a scacciare i cagniacci che si stavano pappando il Rovagnati morto.

" oh grandissimo Anuman, io mi inginokkio a Te, concedimi qualche gniocca in più e n'artra ventina di anni in moto e ti compro un baobab altissimo con milliaglia di liane".

sta sorgendo il sole, è l'orario giusto per partire, se tutto andrà per il verso giusto, stasera sarò ad Arpora nel mio ashram.

apro il rubinetto della benzina, dal sottile tubicino trasparente giallo,vedo la benzina scendere verso il carburatore e tiro la levetta dell'aria.
controllo che lancetta sia posizionata al centro del voltometro e giro la leva alzavalvole mentre col piede destro spingo la la pedivella dell'accensione fino a trovare il punto morto poi la faccio risalire di un mezzo giro e....

Trompfff....gniente

rieseguo la lunga operazione

Trompfff.....gniente

risetto il tutto nuovamente

Trompffff....gniente

chiudo l'aria

Trompfff....gniente

alcune gocce di sudore mi scendono dalla fronte fino alla punta del naso e cadono sul serbatoio...azz mi ero appena fatto la doccia...ma ste kazzo di moto angloindiane sembrano aver proprio preso il peggio dei 2 paesi...
rifaccio per l'ennesima volta la procedura stanno attentissimo a tutti i particolari.

trompfff......GNIENTE

adesso sul serbatoio si spiaccicano mille gocce del mio sangue.

la strada su cui mi trovo non è asfaltata, spingere sulla terra sarebbe un massacro.
faccio quello che so perfettamente che non dovrei fare, mi alzo dalla sella e con tutta la mia forza spingo sulla pedivella d'accensione.....

con la punta del piede sbatto contro una pietra e il rinculo del corsa lunga mi fa vibrare la rotula i menischi e tutto ciò di doloroso ci sta intorno.

nonostante tenti di trattenermi orgogliosamente perchè come al solito in india c'è sempre mezza folla che ti guarda, un latrato di dolore mi esce sibilando dalle labbra socchiuse e le mascelle serrate dalla sofferenza.

facendo finta di nulla, rieseguo l'operazione nonostante non abbia più forza nella gamba.

TROOOOOOOOOOOOOMPTTT........TROOOOOOOOOOOOOOOOMPTTTTT.......TROOOOOOOOOOOOOMPTTT

fan culo ANUMAN, iniziamo male.

il dolore al ditone del piede destro mi accompagnerà per tutta la giornata e dato che è proprio il piede del cambio, la cosa mi ha dato parecchio fastidio, in special modo in scalata dove dovevo usare la punta del piede, meno male che ormai il feeling con la moto è totale.
adesso posso permettermi di scalare senza la frizione, conosco l'erogazione del vecchio motore inglese come se l'avessi progettato io, cambio rapporto esattamente al momento giusto pare abbia il cambio ravvicinato come le formula 1, non sforzo più inutilmente il corsa lunga Enfield ma lo sfrutto al meglio e tutto ciò che trovavo inefficiente (praticamente tutto) adesso l'ho tarato esattamente alle caratteristiche della moto.
certo, i freni non si sono migliorati da soli, lo stesso dicasi per la ciclistica o le gomme, ma sono io che sono migliorato nel guidarla, compio manovre che avrei ritenuto impensabili fino a qualche giorno fa.
quando gli indiani mi vedono arrivare da lontano a certe velocità, si siedono belli comodi per vedere come mi spiaccicherò alla curva in fondo al rettilineo, certi baracchini han fatto soldi con me, Mirande a vagonate nelle chicanes.
praticamente, ormai mi si è chiusa la vena anche quì, con un po di vergogna confesso di aver ceduto a più di un ingarellamento con qualche smanettone indiano (ce ne sono pure qui) e a parte i primi due giorni dove tra guida a sinistra, scarsa conoscenza del mezzo, cambio e freni posizionati in maniera opposta alle nostre moto, dopo non ce n'era più per nessuno, se i loro mezzi erano più veloci, non facevo altro che aspettare le curve e swraaaaaaam, i miei pneumatici quadrati raggiungevano un limite mai visto prima a queste latitudini.
25 cv alla ruota non sono uno scherzo, basta un po di brecciolino e finisci nel gange, mika pizza e fichi, quelli ci mettono un c...o a tirare su una pira e darti fuoco.
una volta ho raggiunto i cento all'ora.
giuro.
gli indiani hanno regole ben precise nel guidare e non si imparano certo nelle nostre scuola guida, ma una volta capite,
si va sul l'olio.
ad esempio, non bisogna pensare che dietro quella curva non ci saranno mai 2 camion in pieno sorpasso, mi è capitato più di una volta di assistere a sorpassi interminabili con i clakson pigiati tra pulman e camion che seminavano terrore sulla strade.
tutto è possibile e l'impossibile lo pensi solo perchè non l'hai ancora visto, ma c'è.


dopo un primo tratto abbastanza noioso e molto trafficato di camion e corriere stracolme di gente, finalmente lascio la strada principale per seguire un percorso alternativo che mi hanno suggerito perchè più suggestivo e con meno traffico.
dopo un po mi rendo però conto che le indicazioni sono scarse e scritte in indi, una scrittura tra l'arabo e il russo, mi faccio la rotta seguendo i numeri che indicano i km dalle città che poi ricavo consultando la cartina che ho con me.
verso le 13,30 dopo soli 3 pit stop per bere e stare qualche minuto sotto un albero, decido di fermarmi in un ristorantino con una bella veranda sulla strada, ho percorso quasi 180 km in cinque ore.
mi trovo nel pieno dell'india rurale, forse la vera india, quella che ancora ognuno si immagina, l'india dai mille colori pastello, dagli odori intensi di spezie, dalle donne nei loro sari luccicanti, degli elefanti e dai loro padroni con grossi turbanti.
se nelle grandi città è raro imbattersi a cerimoniali e usanze arcaiche, nell'india rurale, quella più povera, è ancora possibile imbattersi in santoni erranti, in pifferai, in persone che per poche rupie si trafiggono le carni o mangino spadoni
roventi.
oggi non ho visto una minkia di tutto ciò ma ho mangiato da dio, il fried rise vegetale era squisito e la macedonia che mi hanno fatto su richiesta penso sia stata la migliore che abbia mai mangiato fino ad oggi, del conto non ne parliamo neppure, ad occhio e croce mi costa di più la briosce e il cappucino che prendo tutte le mattine sotto casa.
guardo l'ora, le 14,35, mi mancano ancora almeno 3/4 ore di strada, prima di partire mi fermo a fare il pieno, la benzina
rispetto all'anno scorso è salita parecchio, adesso costa sui 70 centesimi di euro(aazzooo).
ci sono parecchie mandrie di bufale sulla strada e devo fare molta attenzione ma la strada seppure mal ridotta è bellissima, ai lati da una parte ho un fiume e dall'altra una foresta verdissima.
con il passare dei kilometri il paesaggio si fa sempre più familiare, segno che sto avvicinandomi alla costa, lascio il Maharastra ed entro nella regione di Goa, ormai è quasi il tramonto; ho le gambe e le braccia indolenzite, mi faccio forza pensando di essere quasi arrivato.
improvvisamente, mentre sto procedendo lungo un rettilineo, a qualche centinaio di metri davanti a me, vedo un uomo attraversare la strada e stramazzare a terra senza un motivo apparente.
decelerando, mi avvicino fino a fermarmi ad un paio di metri dal corpo del uomo.
scendo dalla moto e mi avvicino, si tratta di un vecchio di circa una settantina di anni dai capelli e barba bianchi, è raggomitolato su se stesso ed è percosso da spasmi improvvisi, dalla bocca esce una bava giallognola schiumosa.
accanto a lui 2 sacchetti di plastica trasparente contenenti in una, dei pescetti e nell'altra, della farina.
intorno a me nessuno.
non so che fare, mi rendo conto che il poveretto è quasi sicuramente in preda ad una crisi epilettica, ma non ho il coraggio di mettergli le mani in bocca senza dei guanti, in india la tubercolosi è diffusissima.
riesco a trascinarlo sul ciglio della strada mentre vedo sopraggiungere una corriera che si ferma accanto alla moto che era rimasta in mezzo alla strada.
spiego alla gente che mi si avvicina cosa è successo e qualcuno provvede a portare delle cipolle che vengono spezzate e messe sotto il naso del povero vecchio che dopo qualche istante, sembra riprendersi.
prendo i 2 sacchetti e glieli porto vicino sussurrandogli " now it's ok, your food it's here", ma il vecchio non mi risponde, i suoi occhi sono velati, sembra perso nel suo destino miserabile, un senso di enorme disagio e impotenza mi pervade mentre alzandomi saluto i soccorritori e mi rimetto in sella cercando inutilmente di fuggire il più lontano possibile dai tristi pensieri che quella scena ha impresso nella mia mente.
superata una collina, vedo finalmente il mare all'orizzonte e ripenso a tutta la strada che ho fatto in questi 6 giorni di viaggio, alla fatica, al caldo e alla sete che ho patito, ma tutto adesso mi sembra lontano e sbiadito, la vicinanza alla meta mi fa dimenticare la fatica e lo stress
degli ultimi 2 giorni di viaggio.
il mare è sempre più vicino, lo scorgo a tratti tra la boscaglia, il sole prossimo al tramonto lo colora di un argento scintillante, decido di fermarmi su un'altura a picco sul oceano per godermi lo spettacolo del tramonto.
scendo dalla moto e mi siedo appoggiandomi ad una grossa palma curvata dal vento dei monsoni, il sole è una sfera rossa e il gracchiare dei corvi annuncia la fine del giorno mentre una brezza tiepida mi accarezza il volto.
mi accendo una marlboro e penso a tutte le cose che ho fatto, ai momenti tristi ed ai momenti felici ma sopra tutto penso come mai mi è stato concesso così tanto nonostante durante la mia esistenza abbia sempre spinto al massimo sull'acceleratore della vita. eppure non ho mai preteso tanta grazia e il vedere tanti amici meno fortunati andarsene per molto, molto meno di quello che ho fatto io, non fa che convincermi di quanto possano essere complesse le combinazioni che regolano la nostra esistenza, è come se ci trovassimo in un labirinto dove la lunghezza del cammino della nostra vita dipende esclusivamente dalle strade che inconsapevolmente crediamo di scegliere,
ma in realtà, quelle strade fino ad un determinato punto le abbiamo già percorse e di vita in vita, continueremo a percorrerle per piccoli tratti finchè troveremo con l'esperienza inconsapevole, l'uscita dal labirinto della vita terrena, il destino non esiste, negherebbe la ragione stessa della vita.
grazie india.

bobo blaster

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Re: Moto reportage

Messaggio da MrNico »

BB, consiglio, raccogli tutto il racconto, così ti mando in MP la mia mail e mi stampo un bel libricino. Se alleghi qualche fotina stampo pure quella. Sono serio, non stò scherzando :grin:
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Re: Moto reportage

Messaggio da aris »

letto tutto d'un fiato.....Bobo sembra di leggere un libro...complimenti e che invidia presidente
Ogni stop è solo un altro start...
bobo blaster
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Re: Moto reportage

Messaggio da bobo blaster »

scusate, mi son permesso di correggere alcuni errori di ortografia e sintassi dovuti alla fretta di scrivere :drinking:

ps: nico, le foto sono in arrivo

grazie a tutti, son contento che vi sia piaciuto :silly:



KOLHAPUR - ARPORA GOA


Non è ancora l'alba ma ho già fatto colazione nel piccolo e modesto ma pulitissimo alberghetto di Kolhapur, una piccola cittatidina del XIX secolo nel centro della quale c'è un bel palazzo abbandonato appartenuto al maràja Shivati.
ieri notte prima di coricarmi, ho fatto 2 passi nel quartiere vecchio scoprendo un piccolo tempio dedicato ad Anuman, il dio che ho scelto come se fosse il mio Padre Pio (in india potete farlo) già 10 anni fa.
Betta, che è il mio guro culturale per ciò che riguarda l'induismo e le sue divinità che sono millemila, mi svelò che potevo scegliarmi un dio protettore e mi fece vedere un libro dove venivano spiegate le varie caratteristiche e gesta di questi dei indu e, tra
i moltissimi personaggi pittoreschi con 5 braccia o la testa da elefante, oppure con mezzo corpo da pinna gialla e il resto da capretto che non mi ispiravano per niente, trovai Anuman, un fiero guerriero scimmia che sfidò i demoni per conto di Rama al quale avevano rapito la bellissima moglie e portata a Shri Lanka che vuol dire appunto, L'isola dei demoni.
azz...ganzo pensai, così da quel giorno diventò il mio dio e ogni volta che vedo qualcosa dedicato a lui, mi fermo e faccio una piccola offerta.
son sikurissimo che è stato Lui a scacciare i cagniacci che si stavano pappando il Rovagnati morto.

" oh grandissimo Anuman, io mi inginokkio a Te, concedimi qualche gniocca in più e n'artra ventina di anni in moto e ti comprerò un baobab altissimo con milliaglia di liane".

sta sorgendo il sole, è l'orario giusto per partire, se tutto andrà per il verso giusto, stasera sarò ad Arpora nel mio ashram.

apro il rubinetto della benzina, dal sottile tubicino trasparente,vedo la benzina scendere verso il carburatore e tiro la levetta dell'aria.
controllo che la lancetta sia posizionata al centro del voltometro e giro la leva alzavalvole mentre col piede destro spingo la pedivella dell'accensione fino a trovare il punto morto, poi la faccio risalire di un mezzo giro e....

Trompfff....gniente

rieseguo la lunga operazione

Trompfff.....gniente

risetto il tutto nuovamente

Trompffff....gniente

chiudo l'aria

Trompfff....gniente

alcune gocce di sudore mi scendono dalla fronte fino alla punta del naso cadendo sul serbatoio...azz mi ero appena fatto la doccia... ste kazzo di moto angloindiane sembrano aver proprio preso il peggio dei 2 paesi...merda che caldo!!
rifaccio per l'ennesima volta la procedura stanno attentissimo a tutti i particolari.

trompfff......GNIENTE

adesso sul serbatoio si spiaccicano mille gocce del mio sangue ormai avvelenato dal nervoso.

la strada su cui mi trovo non è asfaltata, spingere sulla terra sarebbe un massacro.
faccio quello che so perfettamente che non dovrei fare: mi alzo dalla sella e con tutta la mia forza spingo sulla pedivella d'accensione.....

con la punta del piede sbatto contro una pietra e il rinculo del corsa lunga mi fa vibrare la rotula, i menischi e tutto ciò che di doloroso ci sta intorno.

nonostante tenti orgogliosamente di trattenermi perchè come al solito in india se sei straniero c'è sempre mezza folla che ti guarda, un latrato di dolore mi esce sibilando dalle labbra socchiuse e le mascelle serrate dalla sofferenza.

fan culo ANUMAN, iniziamo male.

facendo finta di nulla, rieseguo l'operazione nonostante non abbia più forza nella gamba dolorante

TROOOOOOOOOOOOOMPTTT........TROOOOOOOOOOOOOOOOMPTTTTT.......TROOOOOOOOOOOOOMPTTT

finalmente il motore della Enfield si mette in moto.

a volte anche gli dei indiani bisogna mandarli a cagare.

il dolore al ditone del piede destro mi accompagnerà per tutta la giornata e dato che è proprio il piede del cambio, la cosa mi da parecchio fastidio, in special modo in scalata dove devo usare la punta del piede, meno male che ormai il feeling con la moto è totale.
adesso posso permettermi di scalare senza la frizione, conosco l'erogazione del vecchio motore inglese come se l'avessi progettato io e cambio rapporto esattamente al momento giusto, pare persino che abbia il cambio ravvicinato come le formula 1, non sforzo più inutilmente il corsa lunga Enfield ma lo sfrutto al meglio e tutto ciò che trovavo inefficiente (praticamente tutto) adesso l'ho tarato esattamente alle caratteristiche della moto.
certo, i freni non si sono migliorati da soli, lo stesso dicasi per la ciclistica e le gomme, ma sono io che sono migliorato nel guidarla e compio manovre che avrei ritenuto impensabili fino a qualche giorno fa.
quando gli indiani mi vedono arrivare da lontano e a certe velocità, si siedono belli comodi ai bordi della strada per vedere come mi spiaccicherò al curvone in fondo al rettilineo.
son sicuro che certi baracchini han fatto soldi con me, Mirande a vagonate nelle chicanes e il tutto esaurito sulle tribune.
ormai mi si è chiusa la vena anche quì, con un po di vergogna confesso di aver ceduto a più di un ingarellamento con qualche smanettone indiano (ce ne sono pure da queste parti) e, a parte i primi due giorni dove tra la guida a sinistra,la scarsa conoscenza del mezzo, il cambio e i freni posizionati in maniera opposta alle nostre moto mi portavano a guidare con una certa cautela, nei giorni a seguire non ce n'era più per nessuno e se i loro mezzi erano più veloci, non facevo altro che aspettare le curve e swraaaaaaam, i miei pneumatici quadrati raggiungevano un limite mai visto prima a queste latitudini.
25 cv alla ruota non sono uno scherzo, basta un po di brecciolino e finisci nel gange, mika pizza e fichi, quelli ci mettono un c...o a tirare su una pira e darti fuoco.
una volta ho raggiunto i cento all'ora.
giuro.
gli indiani hanno regole ben precise nel guidare che non si imparano certo nelle nostre scuola guida, ma una volta capite,
si va sul l'olio.
ad esempio, non bisogna pensare che dietro una curva non ci saranno mai 2 camion in pieno sorpasso, invece mi è capitato più di una volta di assistere a sorpassi interminabili con i clakson pigiati tra pulman e camion che seminavano terrore sulla strade fottendosene delle curve, dei ponti o delle strettoie.
tutto è possibile e l'impossibile lo pensi solo perchè non l'hai ancora visto, ma c'è.


dopo un primo tratto abbastanza noioso e molto trafficato di camion e corriere stracolme di gente, finalmente lascio la strada principale per seguire un percorso alternativo che mi hanno suggerito perchè più suggestivo e con molto meno traffico.
dopo un po mi rendo però conto che le indicazioni sono scarse e scritte in indi, una scrittura tra l'arabo e il russo, cosicchè mi faccio la rotta seguendo i numeri che indicano i km dalle città che poi ricavo consultando la cartina che porto con me.
verso le 13,30 dopo soli 3 pit stop per bere e stare qualche minuto sotto un albero, decido di fermarmi in un ristorantino con una bella veranda sulla strada, ho percorso quasi 180 km in cinque ore.
mi trovo nel pieno dell'india rurale, forse la vera india, quella che ancora ognuno di noi si immagina, l'india dai mille colori pastello, dagli odori intensi di spezie, dalle donne nei loro sari luccicanti, degli elefanti e dai loro padroni con grossi turbanti.
se nelle grandi città è raro imbattersi a cerimoniali e usanze arcaiche, nell'india rurale, quella più povera, è ancora possibile imbattersi in santoni erranti, in pifferai, in persone che per poche rupie si trafiggono le carni o mangiano spadoni roventi.

oggi non ho visto una minkia di tutto ciò, ma ho mangiato da dio! il fried rise vegetale era squisito e la macedonia che mi hanno fatto su richiesta penso sia stata la migliore che abbia mai mangiato fino ad oggi, del conto poi non ne parliamo neppure, ad occhio e croce mi costa di più la briosce e il cappucino che prendo tutte le mattine sotto casa.
guardo l'ora, le 14,35, mi mancano ancora almeno 3/4 ore di strada, prima di partire mi fermo a fare il pieno, la benzina
rispetto all'anno scorso è salita parecchio, adesso costa sui 70 centesimi di euro(aazzooo).
ci sono parecchie mandrie di bufale sulla strada e devo fare molta attenzione ma il percorso seppure mal ridotto è bellissimo, ai lati della strada da una parte ho un fiume e dall'altra un'immensa foresta verdissima.
con il passare dei kilometri il paesaggio si fa sempre più familiare, segno che sto avvicinandomi alla costa, lascio il Maharastra ed entro nella regione di Goa, ormai è quasi il tramonto; ho le gambe e le braccia indolenzite, mi faccio forza pensando di essere quasi arrivato.
improvvisamente, mentre sto procedendo lungo un rettilineo, a qualche centinaio di metri davanti, vedo un uomo attraversare la strada e poi stramazzare a terra senza un motivo apparente.
decelerando, mi avvicino fino a fermarmi ad un paio di metri dal corpo del uomo.
scendo dalla moto e mi avvicino, si tratta di un vecchio di circa una settantina di anni dai capelli e barba bianchi, è raggomitolato su se stesso ed è percosso da spasmi improvvisi, dalla bocca esce una bava giallognola schiumosa.
accanto a lui 2 sacchetti di plastica trasparente contenenti in una, dei pescetti e nell'altra, della farina.
intorno a me nessuno.
non so che fare, mi rendo conto che il poveretto è quasi sicuramente in preda ad una crisi epilettica, ma non ho il coraggio di mettergli le mani in bocca senza dei guanti, in india la tubercolosi è diffusissima.
riesco a trascinarlo sul ciglio della strada mentre vedo sopraggiungere una corriera che si ferma accanto alla moto che nel frattempo era rimasta in mezzo alla carreggiata.
spiego alla gente che mi si avvicina cosa è successo e qualcuno provvede a portare delle cipolle che vengono spezzate e messe sotto il naso del povero vecchio che dopo qualche istante, sembra vagamente riprendersi.
prendo i 2 sacchetti e glieli porto vicino sussurrandogli " now it's ok, your food it's here", ma il vecchio non mi risponde, i suoi occhi sono velati, sembra perso nel suo destino miserabile, un senso di enorme disagio e impotenza mi pervade mentre alzandomi saluto i soccorritori e mi rimetto in sella cercando inutilmente di fuggire il più lontano possibile dai tristi pensieri che quella scena ha impresso nella mia mente.
superata una collina, vedo finalmente il mare all'orizzonte e ripenso a tutta la strada che ho fatto in questi 6 giorni di viaggio, alla fatica, al caldo e alla sete che ho patito, ma tutto adesso mi sembra lontano e sbiadito, la vicinanza alla meta mi fa dimenticare la fatica e lo stress
degli ultimi 2 giorni di viaggio.
il mare è sempre più vicino, lo scorgo a tratti tra la boscaglia, il sole prossimo al tramonto lo colora di un argento scintillante, decido di fermarmi su un'altura a picco sul oceano per godermi lo spettacolo del tramonto.
scendo dalla moto e mi siedo appoggiato ad una grossa palma curvata dal vento dei monsoni, il sole è una sfera rossa e il gracchiare dei corvi annuncia la fine del giorno mentre una brezza tiepida mi accarezza il volto.
mi accendo una marlboro e penso a tutte le cose che ho fatto, ai momenti tristi ed ai momenti felici ma sopra tutto penso come mai mi è stato concesso così tanto nonostante durante la mia esistenza abbia sempre spinto al massimo sull'acceleratore della vita, eppure non ho mai preteso tanta grazia e il vedere parecchi amici meno fortunati andarsene per molto, molto meno di quello che ho fatto io, non fa che convincermi di quanto possano essere complesse le combinazioni che regolano la nostra esistenza; è come se ci trovassimo in un labirinto dove la lunghezza del cammino della nostra vita dipende esclusivamente dalle strade che inconsapevolmente crediamo di scegliere.
in realtà, quelle strade senza saperlo fino ad un determinato punto le abbiamo già percorse e, di vita in vita, continueremo a percorrerle per piccoli tratti finchè troveremo con l'esperienza inconsapevole, l'uscita dal labirinto della vita terrena, il destino non esiste, negherebbe la ragione stessa della vita.
grazie india.
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Re: Moto reportage

Messaggio da MrNico »

bobo blaster ha scritto:in realtà, quelle strade senza saperlo fino ad un determinato punto le abbiamo già percorse e, di vita in vita, continueremo a percorrerle per piccoli tratti finchè troveremo con l'esperienza inconsapevole, l'uscita dal labirinto della vita terrena, il destino non esiste, negherebbe la ragione stessa della vita.
grazie india.
Bellissima questa chiusura BB :grin: Mi è venuto in mente J.L. Borges piuttosto che H. Hesse, che tu conosci sicuramente e che qualche ragazzotto magari si prenderà la briga di leggere.
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Re: Moto reportage

Messaggio da campafumi »

MrNico ha scritto:
bobo blaster ha scritto:in realtà, quelle strade senza saperlo fino ad un determinato punto le abbiamo già percorse e, di vita in vita, continueremo a percorrerle per piccoli tratti finchè troveremo con l'esperienza inconsapevole, l'uscita dal labirinto della vita terrena, il destino non esiste, negherebbe la ragione stessa della vita.
grazie india.
Bellissima questa chiusura BB :grin: Mi è venuto in mente J.L. Borges piuttosto che H. Hesse, che tu conosci sicuramente e che qualche ragazzotto magari si prenderà la briga di leggere.
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Re: Moto reportage

Messaggio da MrNico »

Bravo Giova se vuoi ti consiglio qualche titolo :wink:
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Re: Moto reportage

Messaggio da bobo blaster »

nico, la foto alla fine del post, l'ho fatta durante il percorso.
peccato che da casa col mac nn riesca + ad entrare (sennò mandavo già qlcs, devo scaricare un sacco di video in moto) nonostastente abbia seguito le procedure che gli amministratori ci hanno inviato...boh, mi logga dicendomi che l'accesso è stato effettuato ma poi mi riapre la pagina del login, così via al infinito :eek: :eek:
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