Città Santa (reloaded)

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bobo blaster
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Città Santa (reloaded)

Messaggio da bobo blaster »

per i tanti che me lo avevano chiesto allora, ho aggiunto delle immagini che ho fatto durante il viaggio, spero lo gradirete :wink:







Oggi dopo quasi 6 ore di viaggio sotto un sole maledetto e un' aria soffocante ho percorso i primi 200 km da mumbai a nashik, citta del kumbmela, la moto nn mi ha dato problemi, il vecchio monocilindrico nn va un chezz ma si dimostra un vero mulo(asino volevo dire)
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ma il mio fisico da vecchio lupo spelacchiato si, i problemi me li ha dati subito!! una fottuta pepsi ghiacciata mi ha costretto ad imboscarmi tra i cespugli a lato della strada dove ho cagato sulla testa di un cobra reale lungo 30 metri che beato si stava godendo il fresco.:lol: :lol: :lol:
la citta, di nashick e' suggestiva, si adagia lungo un afluente del gange e i ricchi di ogni parte dell'india vengono a morire quaggiu' perche' cosi facendo guadagnano secondo la credenza mille reincarnazioni.
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l'india ancora una volta, sebbeme ormai la conosca abbastanza, mi piace sempre di piu: la gente ti tratta con grandissimo rispetto ed e' sempre pronta ad aiutarti senza chiedere nulla in cambio. eppoi, detto tra noi, non c'e' in giro un rumeno :geek
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the first day is gone very well.

so stracc mort, vado a letto.

statemi bene :wink:


econda tappa raggiunta, ma la moto incomincia a perdere dei pezzi.....per colpa di una capra sbucata dalla boscaglia sono entrato in una buca larga un paio di metri e profonda una ventina di centimetri, risultato: spezzata la leva del freno posteriore contro una grossa pietra.....chissenefrega direte voi, tanto e' quello dietro...si col chezzo, quello davanti sulla bullet non esiste, si frena solo col posteriore, tipo i 50ini di una volta....vabbe', l'importante e' che nn sia caduto sulle pietre xche' viaggio in t-shirt e ginz e sarebbero stati cazzi...impossibile indossare qualcosa di piu' pesante, il calore dopo le 10 di mattina e' pazzesco, oscilla dai 28 dell'alba ai 39/40 in pieno giorno ogni mezz'ora son costretto a fermarmi sotto qualche albero o ad un Autogrill ( si fa x dire :lol: :lol: ).
oggi mi trovo ad Auranghabad, 500 km ca dalla partenza.



la citta' a nord est di mumbai, e' importante per la vicinanza delle grotte di Allora e Ajanta
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siccome stasera ho ritardato di 3h dalla tabella di marcia prevista, Betta stava gia' x telefonare alla Farnesina :lol: :lol: poi finalmente ho raggiunto il check point e si e' tranquillizzata.
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domattina parto per Ajanta, tappa piu' breve, 120 km ca, la media cmq nn supera i 40 km/h tirando nei pezzi dritti ed asfaltati; ieri ho fatto il record di velocita': 85all'ora sdraiato sul manubrio altro che haga 8)
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voi scherzate, ma mi sentivo piu' sicuro a 292 sulla f4, le strade qui cambiano in poche centinaia di metri, da un bel asfalto a un asfalto pieno di gobbe e in contropendenza, magari pure lucido e con il brecciolino, solo che non si quida sul raccordo anulare dove c'e' il Gemelli, la paura e' pure questa, nn si puo' mai sapere come c...o vada a finire, eppoi prima che amme' mi raggiunga mia moglie, puo' anche essere che io nel frattempo sia stato gia' cremato :lol: :lol:
dovevo portare il collirio!! c...o come mi bruciano gl'occhi stasera :shock:
amme' sto giro che sto facendo, nonostante nn sia niente di che come difficolta tecnica, mi sembra comunque la pariggi dakkar di una volta 8)
eppoi arrivo sempre PRIMO 8)
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una Pariggi Drakkar senza sponzzor, appoggi e kazzi e mazzi da fighette, na cartina, no zaino l'ippod e tanta allegria, tanto nn devo batte nessuno :mrgreen:
ciao rega' i video li sto facendo si!!!
n'abbraccio :wink: p

anto per ridere un po, vi aggiorno sul viagra, ops sul viaje..beh, insomma sui tappi, o sulle tope(un chezz) o piu' realisticamente sulle tappe :geek
oggi e' stata la giornata della sfiga, ma anche della fortuna; un mix che in urdu antico si chiama ' Ramavainculostiahchemal'.
Beh, andiamo con ordine.
dopo che il mecca di fiducia (postero' le photo') mi ha rifatto a mano la leva del freno post, precisa precisa all'originale pure nelle zigrinature antiscivolo del pedale, nonostante gli avessi detto che avevo frettissima e mi bastava mi saldasse anche un mestolone ricurvo purche' facesse il suo lavoro e potessi ripartire!! invece un c...o, ha impiegato quasi na mattina per rifare ad arte il pezzo, cosicche'son partito da Ajanda alla volta di Puna in ritardissimo.
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350 km ca di paura e dolore coperti nel tempo record di 7 h 22 min e 16 sec. sporchi.
si, ma molto sporchi e sopra tutto, poco salutari. adesso capisco perche' tutti quelli che usano le moto per spostarsi girano con la nuca e il volto completamente fasciati lasciando fuori solo una stretta fessura sopra il naso per far uscire degli occhialoni di ogni forma e colore.
essi' perche' nonostante la strada sia per lo piu' asfaltata(si fa per dire), la polvere finissima del territorio circostante, sollevata dal vento infuocato e perpetuo di queste zone desertiche, riesce a penetrare ovunque(me sto ancora a gratta' li cojoni dopo 2 docce).
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vabbe' mo vi racconto.
dopo circa un paio di ore di marcia, un fottutissimo insettone di origine sconosciuta, mi ha centrato sulla guancia sinistra procurandomi un discreto dolore a cui nn ho fatto tanto caso al momento pensando fosse solo la ovvia ripercussione alla botta ricevuta.
col passare dei minuti mi sono pero' reso conto che il dolore stava aumentando e che l'occhio sx cominciava a lacrimare.
la zona che stavo percorrendo era desertica e non c'era un posto per potermi fermare all'ombra.
se mi fossi fermato sotto il sole, sarei come minimo svenuto dal caldo e poi mangiato da qualche marabu' di passaggio, ne volteggiano ovunque sempre parecchi in india.
ogni tanto passava un camion, ma nulla piu', cosi' ho proseguito con un occhio chiuso per un'altra ora finche' ho trovato un punto di ristoro e qualche albero per ripararmi.
sceso dalla moto mi son guardato il faccione e mi son reso conto di quanto ero gonfio.
la guancia era grossa come un pallone e insensibile al tatto; dove aveva picchiato l'archeopicterus del Punjab, c'erano 2 fori blue belli netti.
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merda che fare? beh per prima cosa mi avvicino al baracchino e chiedo una coca o una fanta, ho la gola arsa dalla sete e nn vedo l'ora di una super cocacola ghiacciata!!! mi danno invece una MIRANDA l'unica bibita disponibile...ma checazze' una MIRANDA??? gia' uno e' incazzato e gonfio e si deve bere una MIRANDA!! per giunta calda....vabbe', mi porto la lattina alla bocca ma invece di sorseggiarla, me la rovescio per meta' sul collo, nn ho piu' la sensibilita' delle labbra...dire incazzatura e' riduttivo, inizio a bestemmiare in aramaico.
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le persone intorno al baracchino incominciano a guardarmi e ridere mimando il mio faccione e l'occhio chiuso.
mi avvicino e chiedo se c'e' in zona una farmacia o almeno un veterinario.
mi indicano una baracca a qualche decina di metri.
arranco fino all'uscio e mi rendo conto che e' un negozietto in lamiera da barbiere.... ma checcazzo mi prendono per il culo??? eppoi che c...o ci fa un barbiere nel deserto vicino ad un baracchino di ristoro?? e quella mezza dozzina di persone col la bustina bianca in testa da dove arrivano?? nn c'e' un c...o intorno e nn ci sono ne auto ne moto o bici vicino al baracchino delle bibite... mi sembra n'incubo.
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sulla soglia mi riceve un vecchio con gli occhialoni spessissimi, un fez di astrakan grigio sulla nuca e un camice bianco con infilati una forbice e un pettine nel taschino.
ma un barbiere cosi' l'ho visto solo nei film di toto', ma dove minchia ha trovato quella mise vintage del primo dopoguerra'??
il vecchio mi fa cenno di entrare e di sedermi su una poltrona da barbiere in pelle in tutto uguale, se nn fosse per gli strappi sullo schienale da dove fuoriescono pezzi di feltro, a quella dei film di Al Capone.
cazz ma a me fa male il faccione, perche' questo mi mette la salvietta intorno al collo e inizia a spennellarmi??
a gesti tento di fargli capire che io nn sono li per la barba, ma lui annuisce e mi fa cenno di pazientare.
ormai sono rassegnato, mi taglieranno un pezzo di guancia quando alla fine mi dovranno portare in ospedale.
inizio a fissare la pala che gira lentamente sul soffitto mentre il vecchio, dopo aver affilato per bene il rasoio, inizia a radermi
con studiata lentezza professionale.
la rasatura dura piu' di tre quarti d'ora: pelo, contropelo, basette, peli del naso, peli delle orecchie e sfilatina alle sopracciglia.
quando oramai sfiduciato faccio per alzarmi, il vecchio mi trattiene e prende da un armadietto un barattolo di metallo da dove con due dita, tira fuori una pasta scura e inizia a spalmarmela sulla guancia dolorante.
miracolo!! all'improvviso provo una sensazione di freschezza e il bruciore sembra quasi sparire.
il vecchio mi medica con una garza e mi mette in un piccolo sacchettino di plastica, dell'altra pasta per me.
lo ringrazio e gli chiedo quanto devo per il tutto.
-fai tu - mi dice - sei soddisfatto?-
tiro fuori unpezzo da 500 rupie(ca 8 euro) e gliele porgo nn sapendo se potessero essere sufficenti.
il vecchio non crede ai propri occhi e mi ringrazia piu' volte inchinandosi a mani giunte come si usa tra gli indu.
mi accorgo solo adesso della lavagnetta con i prezzi:

15 Rupie barba

25 Rupie barba e capelli

30 Rupie barba capelli e lozione

ma cazz... a milano mi avrebbero chiesto almeno 250 euro di visita specialistica piu' i medicinali.
magica India, un servizio cosi' sulla A1 nn l'avrei certo trovato.
ritorno al baracchino e offro luna lattina di MIRANDA a tutti presenti poi accendo l'Enfield e riparto felice accennando una penna.
sdleng spatash perdo lo zaino che mi ero scordato di fissare nuovamente al portapacchi.
mi fermo, raccolgo lo zaino tra le risate generali e riparto sgasando.
WRAAM...WRAAMMM infilo 2 sfollate di seguito.
Vaffanculo MIRANDA 8)
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azz.... ciao ragazzi, oggi e' filato tutto liscio anche se sulla strada ho assistito a 2 incidenti, tra l'altro molto simili nella dinamica.
nel primo, un'auto che procedeva davanti a me, per cause ignote, e' salita sullo spartitraffico di cemento e si e' fermata rimanendoci a meta' sopra.
nessun ferito(postero' foto)
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il secondo incidente e' stato piu' brutto perche' se fossi passato qualche minuto prima in quel punto, sarebbero stati guai.
un grosso camion proveniente dalla corsia opposta alla mia, ha scavalcato il guardrail ed ha invaso completamente la corsia sulla quale stavo viaggiando bloccando il traffico.
anche questa volta, essendo prestissimo e nn essendo ancora trafficata la strada, non ha procurato feriti(postero' foto).
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stasera ho raggiunto senza problemi Puna, la strada era bella per almeno i 2/3 del percorso, fate conto una superstrada, in effetti e' una autostrada a pagamento ma con i paesi e i mercati in mezzo da dove sbucano mezzi di qualsiasi tipo, dal super autotreno alla corriera scassata con apparizioni di ape, scoteer e bici, inzomma la nn regolamentazione allo stato puro.
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la cosa bella e' che le 2 e 3 ruote non pagano, la brutta e' che ho assistito all'infrazione piu' pazzesca che neanche avrei immaginato si potesse fare:
appena uscito da un casello a pagamento( se ne trovano ogni tanto) dove dall'altro senso di marcia c'era una coda kilometrica di camion che aspettavano di pagare(il tutto manualmente), mi vedo arrivare incontro(sull'autostrada, mica kazzi) un'auto il cui conducente per evitare la coda aveva ben pensato di by passare tutti percorrendo i km di fila in contromano in corsia di sorpasso.
la cosa piu' pazzesca e' che nessuno diceva un c...o :shock: :shock: :shock:
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spero l'abbiano lapidato al casello, ma ne dubito, fara' 10 reincarnazioni dimmerda in piu'.
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magikka india.
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La giornata del Maiale.


Quarto giorno di viaggio.

La stanchezza inizia a farsi sentire, negli ultimi 3 giorni, ho percorso piu' di 600 km ad una media di circa 35 km/h, bisogna pero' tenere conto delle innumerevoli soste dovute al caldo, ai rifornimenti, alla secchezza delle fauci, ai crampi alle gambe ed alle braccia.
insomma non e' l'autostrada dei fiori.
mi mancherebbero ancora due giorni per raggiungere la localita' di Arpora in Goa, meta finale del mio viaggio, ma ho deciso che saltero' una tappa intermedia, ho troppa voglia di tuffarmi nel Arabian Sea e cazzeggiare sotto una palma a godermi la brezza del oceano indiano e per farlo sono disposto a percorrere quasi il doppio dei kilometri in un solo giorno, piuttosto che farne due sotto un sole che scioglie l'asfalto.
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La tappa che mi accingo a fare oggi e' Pune- Kolhapur, 365 km di strada discreta come mi hanno detto alla concierge dell'albergo.
In effetti, le prime 2 ore di strada sono praticamente dritte e monotone e l'asfalto e' molto sconnesso.
certo, i monsoni ogni anno distruggono queste strade ed infatti ovunque ci sono dei lavori in corso, senza pero' una segnaletica adeguata, mettendo quasi sempre solo dei pietroni in mezzo alla strada e questo, se nn si e' particolarmente attenti, puo' essere pericoloso.
Questa attidune singolare, retaggio culturale di questa gente si evidenzia anche quando si deve segnalare un veicolo fermo in mezzo alla carreggiata, sia esso un autotreno o un motorino.
eppure, quasi tutti i camion o le corriere, espongono il triangolo appeso sotto il radiatore o sul retro del automezzo.
dopo una sosta per sgranchirmi le gambe e fumare una sigaretta, ne approfitto per comprare quattro litri di benzina in 2 bottiglie d'acqua da 2 litri e rabbocco il serbatoio rovente sotto il sole di mezzogiorno, meno male che ai lati ci sono due grosse gomme poggia ginocchia.
dopo i primi giorni dove faticavo non poco ad accendere la Enfield specialmente la mattina a freddo, adesso con la procedura che mi hanno insegnato, mi parte al 3>4 colpo di pedivella.
quando invece il motore e' ancora caldo, mi parte al primo colpo.
e sono soddisfazioni.
faccio a tempo a percorrere qualche decina di kilometri che il paesaggio cambia totalmente, adesso e' piu' verde, sto scendendo a sud.
percorro strade ai cui lati ci sono lunghissime file di bajani, degli alberi enormi e pieni di liane i cui rami, congiungendosi da un lato all'altro della strada la rendono ombreggiata e fresca, il tutto rende questo tratto di strada molto suggestivo, tanto che mi fermo a scattare qualche foto a questi alberi maestosi.
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all'orizzonte sgorgo delle montagne piatte che ricordano alcuni paesaggi dell'arizona.
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dopo circa una mezz'ora le raggiungo mentre la strada incomincia a salire e disegnare curve e controcurve a vista e bellissime con quasi sempre un raggio morbido che ti invita a giocherellare con la moto.
anche il clima e' completamente cambiato, dai 39/40 gradi della pianura adesso stimo ce ne siano almeno 7/8 meno, la guida e' piacevolissima, nn mi accorgo nemmeno che per attraversare le montagne ho impiegato quasi due ore, anche il motore della Bullit girava meglio, si sentiva nettamente che aveva guadagnato in prontezza ed in allungo.
alla fine dell'ultimo e lunghissimo discesone, mi trovo davanti ad una pianura verdissima e piacevole con tanti alberi che ombreggiano la strada.
decido di farmi una sosta e bere dal thermos che mi son comprato a Pune e che mi mantiene l'acqua decentemente fresca.
mi fermo sotto una acacia enorme e metto la moto sul cavalletto e mi guardo intorno per vedere se c'e' qualcosa da fotografare e mi accorgo che ad un centinaio di metri alle mie spalle si sono radunati una dozzina o forse piu' di cani randagi che stanno mangiando un grosso maiale morto.
in india c'e' solo un tipo di cane autoctono, e' simile ad un piccolo terrier forse un po piu' massiccio e a pelo corto, diciamo di stazza media, di solito sono marroni ma ce ne sono pure di pezzati bianchi.
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sono magrissimi ma belli tozzi, durante tutti questi anni nn mi hanno mai dato fastidio, ma tra di loro sono ferocissimi, li ho visti azzuffarsi e nn e' rassicurante, incominciano a far vedere i denti e a batterli tenendo serrate le mascelle tipo le iene.
penso che nn devo perdermi la scena e quando faccio per aprire lo zaino e prendere la nikon con lo zoom da 300mm, noto che i cani hanno smesso di mangiare
e mi fissano.
il mio sesto senso mi dice che quel atteggiamento nn promette nulla di buono e mentre decido di desistere dal fare la foto, uno dei cani, probabilmente il capo branco, si stacca dal gruppo e, a testa bassa e passo breve, viene verso la mia direzione seguito a ruota da tutto il gruppo.
porca ******.
so che devo stare calmo, nn devo fare movimenti bruschi ne fissarli, come se nn mi curassi di loro.
ho il cuore in gola.
i cani sono ancora abbastanza lontani e non si avvicinano correndo, ringrazio dio che le chiavi sono inserite nel cruscotto.
dio, fa che la Enfield parta al primo colpo.
mentre salgo in moto mi guardo dietro, i maledetti hanno iniziato a trotterellare saltellando tra gli ultimi 50 metri di cespuglietti secchi che ci separano.
giro la chiavetta posta sopra il vecchio faro nero e cromato.
la lancetta del piccolo strumento rotondo che segnala la capacita' di corrente in grado di far scattare la scintilla nel cilindro, deve trovarsi esattamente al centro
dei 2 riferimenti di scala con il + e il - e per far si che cio' avvenga, bisogna prima tirare una leva posta sotto la leva della frizione.
ma non basta, perche' quando con il piede destro fai forza sulla pedivella d'accensione, lo devi fare pianissimo al fine di sentire gli ingranaggi arrivare al punto morto.
ma non basta.
i cani adesso sono vicinissimi, nono li vedo ma li sento.
ho il cuore a mille e anche la testa ho la sensazione che inizi a mancare.
gia', non basta perche' dopo che hai trovato il punto morto, devi far risalire la pedivella di un mezzo giro, solo mezzo giro perche' uno e' troppo e la moto non parte.
tiro la leva, la lancetta si pone al centro dello strumento, faccio pressione sulla pedivella, trovo il punto morto mentre vedo con la coda dell'occhio i primi cani
sopraggiungere ringhiando.
lascio salire la pedivella di mezzo giro e non tocco il gas come mi hanno insegnato.

WRON...WRON...WRON... il corsa lunga della Bullit pare non avere nessuna fretta mentre dolcemente apro il gas per assecondare l'allungo del motore
WRON WROON WROOON WROOOON WROOOOONNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNN
BAU... BAU.....GRRRRRRR.......GRRRRRRRR.....BAU.......GRRRRRRRRRRRRRRRRR
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mi volto, i cani si sono fermati quasi subito, appena hanno visto che me ne stavo andando, li vedo trotterellare nuovamente verso il maiale azzuffandosi per avere il posto migliore.
penso proprio che quando raggiungero' Kolhapur, mi faro' una doppia Miranda con ghiaccio e soda.
magari con 20 gocce di Valium.

un abbraccio
nudo
e crudo

vacca boia che giornata.



KOLHAPUR - ARPORA GOA


Non è ancora l'alba ma ho già fatto colazione nel piccolo e modesto ma pulitissimo alberghetto di Kolhapur, una piccola cittatidina del XIX secolo nel centro della quale c'è un bel palazzo abbandonato appartenuto al maràja Shivati; davanti all'edificio un gigantesco albero sacro vecchio di secoli,ospitava un tempietto dedicato al dio Ganesh.
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ieri notte prima di coricarmi, ho fatto 2 passi nel quartiere vecchio e ho scoperto un piccolo tempio dedicato ad Anuman, il dio che ho scelto come il mio Padre Pio (in india chiunque può farlo) già 10 anni fa.
Betta, che è il mio guro culturale per ciò che riguarda l'induismo e le sue divinità che sono millemila, mi svelò che potevo scegliarmi un dio protettore e mi fece vedere un libro dove venivano spiegate le varie caratteristiche e gesta di questi dei indu e, tra
i moltissimi personaggi pittoreschi con 5 braccia o la testa da elefante, oppure con mezzo corpo da pinna gialla e il resto da capretto che non mi ispiravano per niente, trovai Anuman, un fiero guerriero scimmia che sfidò i demoni per conto di Rama al quale avevano rapito la bellissima moglie e portata a Shri Lanka che vuol dire appunto, L'isola dei demoni.
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azz...ganzo pensai, così da quel giorno diventò il mio dio e ogni volta che vedo qualcosa dedicato a lui, mi fermo e faccio una piccola offerta.


son sikurissimo che è stato Lui a scacciare i cagniacci che si stavano pappando il Rovagnati morto.

" oh grandissimo Anuman, io mi inginokkio a Te, concedimi qualche gniocca in più e n'artra ventina di anni in moto e ti comprerò un baobab altissimo con milliaglia di liane".

sta sorgendo il sole, è l'orario giusto per partire, se tutto andrà per il verso giusto, stasera sarò ad Arpora nel mio ashram.

apro il rubinetto della benzina, dal sottile tubicino trasparente,vedo la benzina scendere verso il carburatore e tiro la levetta dell'aria.
controllo che la lancetta sia posizionata al centro del voltometro e giro la leva alzavalvole mentre col piede destro spingo la pedivella dell'accensione fino a trovare il punto morto, poi la faccio risalire di un mezzo giro e....

Trompfff....gniente

rieseguo la lunga operazione

Trompfff.....gniente

risetto il tutto nuovamente

Trompffff....gniente

chiudo l'aria

Trompfff....gniente

alcune gocce di sudore mi scendono dalla fronte fino alla punta del naso cadendo sul serbatoio...azz mi ero appena fatto la doccia... ste kazzo di moto angloindiane sembrano aver proprio preso il peggio dei 2 paesi...merda che caldo!!
rifaccio per l'ennesima volta la procedura stanno attentissimo a tutti i particolari.

trompfff......GNIENTE

adesso sul serbatoio si spiaccicano mille gocce del mio sangue ormai avvelenato dal nervoso.

la strada su cui mi trovo non è asfaltata, spingere sulla terra sarebbe un massacro.
faccio quello che so perfettamente che non dovrei fare: mi alzo dalla sella e con tutta la mia forza spingo sulla pedivella d'accensione.....

con la punta del piede sbatto contro una pietra e il rinculo del corsa lunga mi fa vibrare la rotula, i menischi e tutto ciò che di doloroso ci sta intorno.

nonostante tenti orgogliosamente di trattenermi perchè come al solito in india se sei straniero c'è sempre mezza folla che ti guarda, un latrato di dolore mi esce sibilando dalle labbra socchiuse e le mascelle serrate dalla sofferenza.

fan culo ANUMAN, iniziamo male.

facendo finta di nulla, rieseguo l'operazione nonostante non abbia più forza nella gamba dolorante

TROOOOOOOOOOOOOMPTTT........TROOOOOOOOOOOOOOOOMPTTTTT.......TROOOOOOOOOOOOOMPTTT

finalmente il motore della Enfield si mette in moto.

a volte anche gli dei indiani bisogna mandarli a cagare.

il dolore al ditone del piede destro mi accompagnerà per tutta la giornata e dato che è proprio il piede del cambio, la cosa mi da parecchio fastidio, in special modo in scalata dove devo usare la punta del piede, meno male che ormai il feeling con la moto è totale.
adesso posso permettermi di scalare senza la frizione, conosco l'erogazione del vecchio motore inglese come se l'avessi progettato io e cambio rapporto esattamente al momento giusto, pare persino che abbia il cambio ravvicinato come le formula 1, non sforzo più inutilmente il corsa lunga Enfield ma lo sfrutto al meglio e tutto ciò che trovavo inefficiente (praticamente tutto) adesso l'ho tarato esattamente alle caratteristiche della moto.
certo, i freni non si sono migliorati da soli, lo stesso dicasi per la ciclistica e le gomme, ma sono io che sono migliorato nel guidarla e compio manovre che avrei ritenuto impensabili fino a qualche giorno fa.
quando gli indiani mi vedono arrivare da lontano e a certe velocità, si siedono belli comodi ai bordi della strada per vedere come mi spiaccicherò al curvone in fondo al rettilineo.
son sicuro che certi baracchini han fatto soldi con me, Mirande a vagonate nelle chicanes e il tutto esaurito sulle tribune.
ormai mi si è chiusa la vena anche quì, con un po di vergogna confesso di aver ceduto a più di un ingarellamento con qualche smanettone indiano (ce ne sono pure da queste parti) e, a parte i primi due giorni dove tra la guida a sinistra,la scarsa conoscenza del mezzo, il cambio e i freni posizionati in maniera opposta alle nostre moto mi portavano a guidare con una certa cautela, nei giorni a seguire non ce n'era più per nessuno e se i loro mezzi erano più veloci, non facevo altro che aspettare le curve e swraaaaaaam, i miei pneumatici quadrati raggiungevano un limite mai visto prima a queste latitudini.
25 cv alla ruota non sono uno scherzo, basta un po di brecciolino e finisci nel gange, mika pizza e fichi, quelli ci mettono un c...o a tirare su una pira e darti fuoco.
una volta ho raggiunto i cento all'ora.
giuro.
gli indiani hanno regole ben precise nel guidare che non si imparano certo nelle nostre scuola guida, ma una volta capite,
si va sul l'olio.
ad esempio, non bisogna pensare che dietro una curva non ci saranno mai 2 camion in pieno sorpasso, invece mi è capitato più di una volta di assistere a sorpassi interminabili con i clakson pigiati tra pulman e camion che seminavano terrore sulla strade fottendosene delle curve, dei ponti o delle strettoie.
tutto è possibile e l'impossibile lo pensi solo perchè non l'hai ancora visto, ma c'è.


dopo un primo tratto abbastanza noioso e molto trafficato di camion e corriere stracolme di gente, finalmente lascio la strada principale per seguire un percorso alternativo che mi hanno suggerito perchè più suggestivo e con molto meno traffico.
dopo un po mi rendo però conto che le indicazioni sono scarse e scritte in indi, una scrittura tra l'arabo e il russo, cosicchè mi faccio la rotta seguendo i numeri che indicano i km dalle città che poi ricavo consultando la cartina che porto con me.
verso le 13,30 dopo soli 3 pit stop per bere e stare qualche minuto sotto un albero, decido di fermarmi in un ristorantino con una bella veranda sulla strada, ho percorso quasi 180 km in cinque ore.
mi trovo nel pieno dell'india rurale, forse la vera india, quella che ancora ognuno di noi si immagina, l'india dai mille colori pastello, dagli odori intensi di spezie, dalle donne nei loro sari luccicanti, degli elefanti e dai loro padroni con grossi turbanti.
http://img27.imageshack.us/img27/3363/02032008.jpg

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se nelle grandi città è raro imbattersi a cerimoniali e usanze arcaiche, nell'india rurale, quella più povera, è ancora possibile imbattersi in santoni erranti, in pifferai, in persone che per poche rupie si trafiggono le carni o mangiano spadoni roventi.

oggi non ho visto una minkia di tutto ciò, ma ho mangiato da dio! il fried rise vegetale era squisito e la macedonia che mi hanno fatto su richiesta penso sia stata la migliore che abbia mai mangiato fino ad oggi, del conto poi non ne parliamo neppure, ad occhio e croce mi costa di più la briosce e il cappucino che prendo tutte le mattine sotto casa.
guardo l'ora, le 14,35, mi mancano ancora almeno 3/4 ore di strada, prima di partire mi fermo a fare il pieno, la benzina
rispetto all'anno scorso è salita parecchio, adesso costa sui 70 centesimi di euro(aazzooo).
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ci sono parecchie mandrie di bufale sulla strada e devo fare molta attenzione ma il percorso seppure mal ridotto è bellissimo, ai lati della strada da una parte ho un fiume e dall'altra un'immensa foresta verdissima.
con il passare dei kilometri il paesaggio si fa sempre più familiare, segno che sto avvicinandomi alla costa, lascio il Maharastra ed entro nella regione di Goa, ormai è quasi il tramonto; ho le gambe e le braccia indolenzite, mi faccio forza pensando di essere quasi arrivato.
improvvisamente, mentre sto procedendo lungo un rettilineo, a qualche centinaio di metri davanti, vedo un uomo attraversare la strada e poi stramazzare a terra senza un motivo apparente.
decelerando, mi avvicino fino a fermarmi ad un paio di metri dal corpo del uomo.
scendo dalla moto e mi avvicino, si tratta di un vecchio di circa una settantina di anni dai capelli e barba bianchi, è raggomitolato su se stesso ed è percosso da spasmi improvvisi, dalla bocca esce una bava giallognola schiumosa.
accanto a lui 2 sacchetti di plastica trasparente contenenti in una, dei pescetti e nell'altra, della farina.
intorno a me nessuno.
non so che fare, mi rendo conto che il poveretto è quasi sicuramente in preda ad una crisi epilettica, ma non ho il coraggio di mettergli le mani in bocca senza dei guanti, in india la tubercolosi è diffusissima.
riesco a trascinarlo sul ciglio della strada mentre vedo sopraggiungere una corriera che si ferma accanto alla moto che nel frattempo era rimasta in mezzo alla carreggiata.
spiego alla gente che mi si avvicina cosa è successo e qualcuno provvede a portare delle cipolle che vengono spezzate e messe sotto il naso del povero vecchio che dopo qualche istante, sembra vagamente riprendersi.
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prendo i 2 sacchetti e glieli porto vicino sussurrandogli " now it's ok, your food it's here", ma il vecchio non mi risponde, i suoi occhi sono velati, sembra perso nel suo destino miserabile, un senso di enorme disagio e impotenza mi pervade mentre alzandomi saluto i soccorritori e mi rimetto in sella cercando inutilmente di fuggire il più lontano possibile dai tristi pensieri che quella scena ha impresso nella mia mente.
superata una collina, vedo finalmente il mare all'orizzonte e ripenso a tutta la strada che ho fatto in questi 6 giorni di viaggio, alla fatica, al caldo e alla sete che ho patito, ma tutto adesso mi sembra lontano e sbiadito, la vicinanza alla meta mi fa dimenticare la fatica e lo stress
degli ultimi 2 giorni di viaggio.
il mare è sempre più vicino, lo scorgo a tratti tra la boscaglia, il sole prossimo al tramonto lo colora di un argento scintillante, decido di fermarmi su un'altura a picco sul oceano per godermi lo spettacolo del tramonto.
scendo dalla moto e mi siedo appoggiato ad una grossa palma curvata dal vento dei monsoni, il sole è una sfera rossa e il gracchiare dei corvi annuncia la fine del giorno mentre una brezza tiepida mi accarezza il volto.
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mi accendo una marlboro e penso a tutte le cose che ho fatto, ai momenti tristi ed ai momenti felici ma sopra tutto penso come mai mi è stato concesso così tanto nonostante durante la mia esistenza abbia sempre spinto al massimo sull'acceleratore della vita, eppure non ho mai preteso tanta grazia e il vedere parecchi amici meno fortunati andarsene per molto, molto meno di quello che ho fatto io, non fa che convincermi di quanto possano essere complesse le combinazioni che regolano la nostra esistenza; è come se ci trovassimo in un labirinto dove la lunghezza del cammino della nostra vita dipende esclusivamente dalle strade che inconsapevolmente crediamo di scegliere.
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in realtà, quelle strade senza saperlo fino ad un determinato punto le abbiamo già percorse e, di vita in vita, continueremo a percorrerle per piccoli tratti finchè troveremo con l'esperienza inconsapevole, l'uscita dal labirinto della vita terrena, il destino non esiste, negherebbe la ragione stessa della vita.
grazie india.
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Re: Città Santa (reloaded)

Messaggio da MrNico »

BB i tuoi fans si emozioneranno a leggere il tuo racconto :wink:
P.S. stai bene virato seppia
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speeder
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Re: Città Santa (reloaded)

Messaggio da speeder »

Grande Bobo.

viaggio meraviglioso raccontato in modo sublime.

Posso dire sinceramente di essermi emozionato....
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Re: Città Santa (reloaded)

Messaggio da shinjy01 »

speeder ha scritto:Grande Bobo.

viaggio meraviglioso raccontato in modo sublime.

Posso dire sinceramente di essermi emozionato....
QUoto alla grandissima :wav: :wav:
Immagine Ci sono tante belle moto al mondo, ma l'F4 è tutta un'altra cosa...Immagine
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kadosh
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Re: Città Santa (reloaded)

Messaggio da kadosh »

Che figata!!!
una Pariggi Drakkar senza sponzzor, appoggi e kazzi e mazzi da fighette, na cartina, no zaino l'ippod e tanta allegria, tanto nn devo batte nessuno :mrgreen:
Bè magari se passava una decente....qualcosa si batteva :lol: :lol:
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Re: Città Santa (reloaded)

Messaggio da gùaz »

riletto tutto d'un fiato. bellissimo di nuovo.

non posso non menzionare i miei adorati "ginz" e la miranda. Mitici. :bday:
C’è chi si gode la vita, chi la subisce, chi la soffre, il Nasty Donkey la combatte.
B.B.
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Re: Città Santa (reloaded)

Messaggio da kick 67 »

....accennando una penna.
sdleng spatash perdo lo zaino che mi ero scordato di fissare nuovamente al portapacchi.
mi fermo, raccolgo lo zaino tra le risate generali e riparto sgasando.
WRAAM...WRAAMMM infilo 2 sfollate di seguito.
qui mi hai fatto pisciare! :asdlol: :asdlol: :asdlol:
L' urlo del motore e' come le parole di un uragano. E il mondo si spacca...
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