
"Trafiletto" di Primavera.
Arriva il sole, arriva la Primavera e il motociclista freme, sia lui uno degli irriducibili sia uno da letargo invernale, il sole porta formicolio al polso destro.
Si scende più spesso nel box, si comincia a gonfiare le gomme, togliere la polvere, anche se l’abbiamo coperta e non ce né un granello, è un gesto automatico d’affetto.
Si controllano il casco, l’abbigliamento e gli stivali sperando inconsciamente di trovare la scusa per acquistarsi qualcosa di nuovo, del resto la Primavera è segno di rinascita.
Chi ha usato la moto tutto l’inverno fa il cambio di stagione, via gli strati pesanti e i guanti invernali e prepara i colorati capi più leggeri.
Ogni alba è un concerto di serrande che si aprono e di scarichi rombanti, ognuno con il suo suono a riempire l’aria, personale come ogni strumento musicale.
Le strade si riempiono di festanti dueruotisti che corrono nel vento felici e a volte con l’incoscienza che l’astinenza di mesi porta a sviluppare.
Una sorta di anestesia al pericolo, una specie di euforia che può dare alla testa rendendoci incapaci di moderare il gas delle emozioni.
Ma tutti uniti in un sorriso di piacere sotto la visiera, che protegge gli occhi che questo primo sole caldo colpisce, ma non ferisce, persi nei colori che riprendono le vivaci tonalità, con le narici piene, inebriate dai profumi della natura che si sveglia.
Un viaggio nel piacere dell’andare, semplicemente andare, dove la meta non è ancora importante, dove il bello è essere in sella.
Scusate, ma adesso devo proprio andare, la moto mi aspetta.
Flap