massimou ha scritto:campafumi ha scritto:massimou ha scritto:Ok sorry non avevo capito, stiamo dicendo la stessa cosa
quindi perchè dover farti firmare una liberatoria?????

Perchè un conto è in macchina, dove male che vada ti spaventi...
In moto è plausibile pensare che uno possa cascare se preso in petto dalla sbarra, anchese flessibile..
E quindi qualcuno potrebbe imbastire una causa potenzialmente pericolosa per Autostrade s.p.a. .
Penso sia questo il senso logico della liberatoria..
hai ragione ... Ma questo pensa anche di vincerla?
Come dici tu... "siamo in Italia", è tutto è possibile: quante volte ci è capitato, anche personalmente oltre che da racconti di amici (anche qui su rev), di aver palese ragione in un incidente, ed invece, nella migliore delle ipotesi, è stato riconosciuto il concorso di colpa?? ...quanti parassiti ci sono che si attaccano a tutto pur di fare soldi sfruttando le inefficienze del sistema giudirico italiano???
Come dice campafumi, in moto l'equilibrio è precario e può succedere di tutto; pensa se è bagnato, sotto i caselli il manto stradale è spesso diverso... e si potrebbero delineare tante casistiche, che giustamente la società autostrade avrà valutato (sprero prima di incidenti specifici di motocicliesti e non a causa di essi)
Il mio intervento iniziale era per citare le circostanze del primo periodo in cui il telepass fu autorizzato anche per moto, pochi erano i caselli modificati con sbarra più corta..., da li il senso della liberatoria... che potrebbe avere ancora senso se non tutta le rete fosse stata adeguata.
Comunque: anche a me capita che la sbarra non si alzi (soprattutto in uscita sulla Laghi direzione Varese), ma non ho mai avuto problemi: vado piano, passo di fianco alla sbarra, e, avendo la targa registrata, Autostrade fattura regolarmente.
Anche io metto il telepass nella tasca della giacca, ed è fastidioso. Ormai le tecnologie per farlo più sottile ci sono!!!

Una persona conciliante e' come uno che da' da mangiare a un coccodrillo perche' spera che questo lo mangi per ultimo. (Winston Churchill)